Nell’ultimo numero del T Winter Travel del New York Times Style Magazine, Francis Ford Coppola omaggia Bernalda, scrivendo un pezzo in cui racconta molti aneddoti legati a questa terra. Tutto ebbe inizio quando il nonno Agostino, che era una persona irascibile, che amava raccontare storie, emigrò negli Stati Uniti.
Ebbe sette figli e tutti cercarono di emularlo.Solo due sono ancora vivi: Mikey e Anton, che nonostante abbiano rispettivamente 98 e 95 anni sanno ancora godersi la vita. Così, dopo l’inaugurazione di Palazzo Margherita a Marzo, Francis decide di portare con sé gli zii perché entrambi conoscono bene il dialetto e Anton per la prima volta viene accompagnato dalla moglie Almerinda.Francis in realtà è stato il primo della famiglia Coppola a tornare a Bernalda nel 1962, quando si trovava a Dubrovnik per una collaborazione con Roger Corman. Un po’ alla volta altri membri della famiglia lo hanno seguito a ruota, venendo ospitati ogni volta da parenti diversi.
Purtroppo però all’ultimo minuto zio Mikey non se l’è sentita di partire e il regista si è sentito in colpa per non aver anticipato di un paio di mesi il viaggio. Così da Springfield hanno raggiunto con l’aereo privato del regista Taranto e dopo un’ora di auto hanno raggiunto la “mitica cittadina di Bernalda” o “la bella Bernalda”, come amava definirla il padre del regista. Francis continua con passione il suo racconto, omaggiando la cittadina lucana e i suoi abitanti, paragonando Corso Umberto I a Via Veneto.
Prosegue soffermandosi sulla figura della bisnonna Filomena, che rimasta vedova prematuramente, poiché il marito morì a 44 anni di polmonite, riuscì a far crescere i quattro figli grazie alle sue abilità con la Singer. Aggiunge un altro particolare fondamentale per capire la sua storia: la bisnonna era soprannominata “senza naso”. Secondo la versione di zio Anton la storia andò così: da piccola il coetaneo Carmine le morse il naso e da allora non le crebbe più, faceva prurito e non c’erano rimedi; così per volere della famiglia e dopo il consenso della Chiesa, i due si sposarono, nonostante fossero primi cugini. All’arrivo del primo figlio, i compaesani si chiedevano se la creatura sarebbe nata senza naso. Ogni zio ha poi la propria versione della storia.
Nonno Agostino era nato nella vecchia parte del paese che era conosciuta come “giù”. Era un donnaiolo e non si era lasciato scappare una signorina che lavorava in uno dei palazzi del paese e siccome non ce ne sono molti, si è dedotto si trattasse proprio di quello dei Margherita. Zio Mikey si ricordava che si chiamava Palmetta, ed ecco spiegato perché la quinta suite di Palazzo Margherita è stata battezzata così. Agostino non a caso era soprannominato il “zumpa balcone” perché amava intrattenersi con le giovani introducendosi nelle varie case e dimore così. Nella suite Palmetta ci sono, oltre alla scaletta che portava dal tetto alla stanza un tempo adibita alla servitù, il letto di Palmetta, la Singer della bisnonna e una foto di Agostino.
A Bernalda molti anziani del paese hanno omaggiato Francis, zio Anton e sua moglie: il poeta Pietro Russo che ha presentato al gruppetto un dizionario fonetico-morfologico del vernacolo bernaldese; cugini che non sono mai arrivati a mani vuote, tra cui lo scultore Gaetano Russo e il fratello Michele.
Assaporando e gustando le prelibatezze lucane e abbronzandosi a bordo piscina, i Coppola non possono fare a meno di ricordare Carmine e il Basento.
Quando tutti i figli emigrarono per l’America, “senza naso” continuò a ricamare e a confezionare abiti. Non rivide mai più i suoi figli ma si sa, l’amore non divide, moltiplica.
Ilenia Litturi