In Basilicata sono bastate due giornate di pioggia intensa per bloccare una via di comunicazione nevralgica, che collega l’A3 Salerno – Reggio Calabria con la SS 106 Jonica.
Si tratta della strada statale 598 di Fondovalle dell’Agri, che attraversa le province di Salerno, Potenza e Matera. Il 19 febbraio il maltempo ha provocato una frana al km 85.100, cosicché la circolazione stradale è stata bloccata da entrambe le direzioni.
Nei primi di marzo una seconda perturbazione ha causato l’esondazione del fiume Agri e una nuova interruzione fra il km 102.100 e il km 104. La situazione doveva essere ripristinata in tempi brevissimi, dato l’enorme disagio che automobili, mezzi pesanti e autobus di linea hanno dovuto subire, percorrendo le lunghissime e scomode deviazioni.
Il personale Anas è a lavoro da oltre un mese, ma di aprire i blocchi ancora non se ne parla. Le stazioni di servizio, i bar e le trattorie situate sulla statale sono in ginocchio: sono isolati e il traffico è praticamente assente.
C’è poi da sottolineare che l’interruzione al km 102 spinge gli autoveicoli a intraprendere un tragitto alquanto rischioso, ovvero la strada comunale che unisce Tursi con la sua frazione Caprarico: una strada che da tempo è in pessimo stato, piena di crepe e di curve strette e pericolose.
Ma in Italia, purtroppo, si prendono provvedimenti solo dopo tragedia avvenuta. Ed è meglio non inoltrarsi minimamente in paragoni con altri Paesi, perché verrebbe meno qualunque sentimento patriottico. Basta pensare al Giappone: nonostante il profondo shock provocato dal devastante terremoto, gli ingegneri e gli operai della Nexco, la società che gestisce la rete stradale, sono riusciti a ripristinare un tratto di autostrada lungo quasi mille chilometri in soli sei giorni.
Non si pretendono certo tali miracoli, ma non si può neanche tacere di fronte a una cosa del genere. Una strada importantissima chiusa al traffico da più di un mese solo per delle piccole frane. Sarebbe stato possibile il passaggio dei mezzi tramite un senso unico alternato, o comunque, data la minima entità del danno, il ripristino della carreggiata in tempi molto brevi. Ad oggi, al km 102 la strada sembra praticamente a posto, ma forse è “in teoria” non lo è.
Ci sono sempre gli interessi di “pochi” che contano più degli interessi di “molti”. In questo caso, il sacrificio della povera gente che, per recarsi a lavoro, deve percorrere decine di chilometri di deviazione non importa a nessuno. E quelle attività che piangono, perché non vedono più clienti, devono fare i conti solo con le proprie tasche.
E poi c’è il problema dell’informazione. La SS 598 è chiusa da troppe settimane e senza una giustificazione plausibile, causando non poche difficoltà ai lucani, ma nessun telegiornale ne parla. Sul sito dell’Anas, nella sezione “Lavori in corso”, la suddetta strada non è neanche nominata. Anche questo non si spiega.
Caterina Falciglia Tursi