Metaponto. Delusi ed amareggiati, ma non piegati nello spirito, gli Agricoltori e gli Operatori turistici del metapontino e del ginosino, senza nessun risarcimento dei danni da parte del Governo nazionale, sono tornati a lavorare nelle loro aziende, ma non ancora in quelle abitazioni, che devono essere sottoposte ad attente verifiche di staticità. Nei loro occhi si legge ancora la paura della morte scampata, dopo aver perso qualche centinaio di capi di bestiame e dopo che 4.000 ettari di colture pregiate sono rimaste sommerse da oltre due metri d’acqua, piombata dalla diga di San Giuliano, nella notte fra il 2 ed il 3 marzo scorso.Gianni Fabbris di Altragricoltura e Domenico Lence, portavoce del Comitato per la difesa delle Terre Joniche, hanno seguito ieri i lavori del Consiglio regionale di Basilicata, che ha deciso a maggioranza di dare il via libera presso la Corte Costituzionale, all’azione di incostituzionalità delle norme previste nel decreto mille proroghe, che introducono il criterio per cui ogni regione dovrebbe fare fronte ai maggiori costi derivanti da eventi e catastrofi ambientali, alzando le tasse e l’accisa sui carburanti.Una tassa quantificabile in circa 30 milioni di euro e ritenuta assolutamente risibile e vessatoria.
Fabbris e Lence, al termine del dibattito in consiglio regionale hanno rilasciato la seguente dichiarazione: “Bene l’azione di costituzionalità, un atto istituzionale dovuto per cui non ci saremmo aspettati di meno dalla nostra Regione, che peraltro lo adotta insieme ad altre regioni discriminate nello stesso modo. Ci saremmo aspettati il concorso di tutti i consiglieri che avrebbero avuto tutto il diritto di differenziarsi nelle motivazioni, ma avevano il dovere di dare un segnale di unità, che tutti aspettavamo e per cui va recuperato già nei prossimi giorni un lavoro comune che intervenga nei confronti di tutte le sedi istituzionali e politiche per risolvere gli enormi problemi aperti, a due mesi di distanza dal 2 Marzo”.
“Occorre aprire il contenzioso con il Governo nazionale con forza – precisa Lenge – ed in maniera unitaria ma occorre, anche, trovare i modi per far fronte alle urgenze ed evitare il rischio di danni ulteriori come quelli provocati dalle banche che stanno revocando i conti alle aziende colpite”.
“Continuiamo a chiedere con urgenza che ci siano due iniziative immediate e concrete: la convocazione di un tavolo con l’ABI, per concordare modalità di relazione fra sistema bancario ed imprese e famiglie colpite, compatibili con gli eventi calamitosi, e l’approntamento di un piano che fornisca ai soggetti colpiti anticipazioni garantite da un fondo costituito con risorse regionali”.
Pino Gallo