Dall’alba di stamattina, assordanti campanacci, hanno annunciato l’ultimo giorno di Carnevale svegliando tutta la comunita’ montese . Da alcuni anni, Montescaglioso ha saputo far rivivere il “Carnevalone” del martedì grasso rendendo protagonista una tradizione antichissima e straordinariamente unica con i suoi riti ancestrali e propiziatori della cultura agropastorale.
Il “Carnevalone Montese” con le sue maschere antropologiche, i simboli e i personaggi, è uno dei sette carnevali della tradizione lucana che non solo ha saputo resistere alla modernità ma è stato capace di reinventarsi e attirare l’interesse di studiosi e turisti. Un carnevale povero, fatto di costumi realizzati con carta di giornali e materiali riciclati a cui sempre più gruppi spontanei vi partecipano : tante le intere famiglie , le associazioni culturali e la scuola. Il personaggio che apre il gruppo di Carnevalone, è la Parca che lancia il suo fuso simbolo del destino dell’uomo e si fa spazio tra la folla, mentre gli “Sgherri” e la “Carriola” chiedono offerte ai passanti per l’ultima abbuffata prima del digiuno della Quaresima.
Carnevalone, che simboleggia il vecchio anno, è in groppa ad un asino. È vecchio e stanco, non parla, ha una lunga barba, un cappellaccio ed un pesante mantello nero, a mezzanotte sa che morirà . In braccio alla “Quaremma”, moglie di Carnevalone, c’è Carnevalicchio che simboleggia il nuovo anno che avanza inesorabile. La “femmina prena” fa la questua per assicurare un buon raccolto mentre senza sosta i campanacci risuonano scacciando il vecchio anno e la malasorte. Il clima mite della mattinata, ha richiamato non solo un’intera comunità a partecipare, ma anche gente venuta dai comuni limitrofi. La redazione di Suditaliavideo ha incontrato ed intervistato Paolo Verri direttore di Matera Capitale della cultura 2019 giunto a Montescaglioso per conoscere questa singolare tradizione.
Maria Andriulli