
“Il comparto agricolo-zootecnico subisce un ulteriore colpo in seguito alla classificazione della regione Basilicata in zona rossa”. A lanciare l’ennesimo grido d’allarme è Francesco Malvasi, coordinatore di Tavolo Verde Basilicata.
Secondo l’esponente sindacale “i produttori agricoli sono disorientati poiché non hanno la possibilità di programmare le attività relative alle produzioni orticole e frutticole primaverili-estive e, di conseguenza, la collocazione di beni agro-alimentari destinati al mercato fresco. Per tale ragione Tavolo Verde ritiene utile e necessario che la Regione Basilicata e il ministro dell’agricoltura, Stefano Patuanelli, intervengano in tempi stretti per predisporre un piano colturale concordato con i produttori, le cui produzioni siano collocabili sui mercati interni ed esteri a prezzi remunerativi”.
Secondo l’esponente sindacale, la pandemia da corona virus sta producendo una contrazione della domanda dei prodotti ortofrutticoli pari al 40%, che, a sua volta, ha determinato il crollo dei prezzi nelle aziende, eccezion fatta per le produzioni destinate alla trasformazione e conservazione, mentre i prezzi al consumatore vanno man mano lievitando. “Ad esempio, dice Malvasi, il consumatore paga mediamente 1,30 euro per 1kg di frutta, o di ortaggi freschi, mentre il produttore vende gli stessi prodotti preparati e confezionati in azienda ad un prezzo non superiore a 0,30 €. Ragion per cui il valore aggiunto di 1€ finisce nelle tasche della media e grande distribuzione, e quel che è peggio nelle mani di organizzazioni che operano al limite della legalità o addirittura fuori da questa”.
L’attuale regime di mercato e il cosiddetto libero scambio, secondo Tavolo Verde Basilicata, non permettono al produttore di coprire i costi di produzione e il più delle volte le aziende vanno in perdita con conseguenze anche sull’occupazione del nucleo famigliare e sull’indotto in generale, tant’è che, “secondo un’indagine effettuata nel metapontino l’80% delle aziende risultano indebitate per un valore superiore a quello dell’azienda stessa, ove la restante percentuale ha assunto carattere marginale economicamente parlando”.
“Per queste ragioni, dice Malvasi, dato anche l’attuale momento politico ed amministrativo, non si può continuare con le politiche del “lasciar fare” e “lasciar passare”. Produttori agricoli e allevatori chiedono certezze e concretezze e non vaghe e generiche promesse. Perciò, soprattutto adesso è necessario che il mondo dell’agricoltura sia unito e faccia sentire con più forza il grido di allarme a tutti coloro i quali sono stati chiamati a rappresentarlo”.
Pino Gallo