La cultura come slancio verso una rinnovata normalità: questo l’obbiettivo di Enotria Felix, l’associazione pisticcese che anche quest’anno si prepara alla quinta edizione del La Taccariata. Un’iniziativa, questa, che punta, anno dopo anno, non solo ad inserirsi in quella che potrebbe essere la rassegna estiva del grazioso borgo lucano, ma che si propone come occasione per raccontare e riscoprire sé stessi e le proprie origini seguendo il filo rosso della storia.
Una storia riportata alla luce attraverso il filtro artistico. Da “Il riscatto dei rapiti”, rappresentazione teatrale con cui viene portato in scena il rapimento, avvenuto nel luglio del 1677, di ben novantotto lucani ad opera dei turchi. Tra i catturati vi erano ventisei pisticcesi, per i quali, il padrone Carlo De Cardenas offrì 1500 scudi in cambio della loro libertà, ma solo tre di questi riuscirono a fare ritorno al paese, dopo una fuga rocambolesca dall’isola di Santa Maura. I superstiti offrirono le catene della propria prigionia alla Chiesa di San Leonardo e raccontarono la storia di Agostino Riulo. Questo lo spunto per la seconda rappresentazione che dà il nome all’intero festival “La Taccariata”: la vicenda del pisticcese Riulo, il quale, durante una passeggiata nel bosco incontrando alcuni turchi, per la paura, stramazzò immediatamente di crepacuore. Questi, per sincerarsi dell’effettiva morte dell’uomo, lo “taccariarono”, appunto, con delle scimitarre.
La curiosità per la storia, unita all’esplorazione enogastronomica, vuole essere, dunque, il principale attrattore turistico per il territorio che Enotria Felix mette in campo attraverso questa quinta edizione. Sullo sfondo cortei storici, sbandieratori, sfide di tiro con l’arco, spettacoli di falconeria e musica medioevale.
«Speriamo di recuperare il tempo che l’emergenza pandemica ci ha sottratto – spiega Rocco Negro, uno degli organizzatori – per questo stesso motivo abbiamo pensato di trasformare le tre giornate iniziali, in cui era condensato inizialmente l’evento, in un’intera settimana, l’ultima del mese di luglio, con due grosse novità per l’anno corrente, da “la battaglia sulla spiaggia” a “la regata velica”, iniziative in cui abbiamo intenzione di coinvolgere tutti quei comuni che insistono sull’arco jonico e che furono, all’epoca, effettivamente interessati dal passaggio dei turchi».
Fine ultimo dell’associazione è quello di trasformare questo appuntamento annuale in una sorta di «festa laica consolidata»: un evento che possa caratterizzare Pisticci con l’intento di aumentarne l’appeal culturale e turistico.
Simona Pellegrini