“Ai lucani all’estero, a queste donne e a questi uomini che oggi voglio rivolgere il mio pensiero. Lo faccio oggi perché il 22 maggio di ogni anno si celebra la giornata dei lucani nel mondo, ma il mio pensiero lo rivolgo a loro ogni giorno dell’anno perché so bene cosa significa dover lasciare la propria terra, la propria famiglia, per andare a vivere fuori regione.
Ed è anche per questo motivo che guardo a questa giornata molto importante non solo come a un momento di festa, ma anche come a una straordinaria occasione per riflettere sulle cose da fare per rafforzare il legame fra i lucani che vivono fuori e la loro terra di origine e per favorire una permanenza stabile dei nostri figli nella nostra terra.
Oggi il fenomeno è molto diverso rispetto alla prima ondata migratoria (dall’Unità d’Italia al primo dopoguerra) e alla seconda (dal secondo dopoguerra agli anni Settanta) che vide i nostri connazionali in partenza dal Mezzogiorno (Sicilia, Calabria, Abruzzo, Campania, Basilicata e Puglia, ma anche Veneto) e diretti in Svizzera, Belgio, Francia e Germania.
Per quel che riguarda nello specifico la nostra regione si calcola che oltre 800mila persone hanno lasciato la Basilicata dal 1860 ad oggi. Un’altra Basilicata.
I dati riguardanti i saldi migratori ci dicono che dopo l’inizio della grande crisi economica del 2008 è iniziata una terza ondata degli italiani verso l’estero con perdite annuali, dal 2018, comprese tra le 72mila e le 77mila unità, questa volta in fuga soprattutto dalle regioni del nord.
In questa terza ondata i numeri ci dicono che è in crescita la fuga di laureati e diplomati, mentre quella di chi ha un’istruzione di base è in calo.
Questo dato è ancora più preoccupante perché rischia di svuotare i nostri territori da quelle competenze che invece sarebbero molto utili per accelerare lo sviluppo.
Io credo che sia molto positivo il fatto che ci sia un arricchimento di esperienze e di competenze dei nostri giovani fuori regione e all’estero. Ma credo sia ancora più importante fare in modo che queste competenze tornino nella loro terra perché possano dare il loro contributo e mantenere un legame stretto con la loro terra.
In questo senso il governo regionale sta provando a riorganizzare il sistema delle politiche attive del lavoro per creare occasioni di attrattività affinchè i giovani lucani possano trovare motivi di interesse reali e considerare favorevolmente il loro ritorno nella loro regione.
I nostri paesi si stanno spopolando. Rischiamo di perdere una straordinaria ricchezza di storie, di tradizioni, di valori. Questo lo dobbiamo impedire provando a trasformare le fragilità strutturali in vere e proprie opportunità.
Così come è quanto mai necessario individuare forme di agevolazione affinchè i lucani che vivono fuori regione e all’estero possano continuare a mantenere i legami e le loro proprietà che sono stati costretti a lasciare.
Abbiamo insomma tante cose da fare. E le faremo insieme a loro, ai lucani che vivono all’estero e alle associazioni che li rappresentano.
Loro sono i nostri migliori ambasciatori, personalità che si sono distinte nei vari mestieri e nelle arti, che contribuiscono a tenere alto il prestigio della Basilicata nel mondo. Non possono essere lasciati soli.
Le due Basilicate devono viaggiare insieme perché sono il frutto della stessa gloriosa terra”.