Don Pietro Andriulli è tornato alla Casa del Padre.
Era nato il 21 febbraio del 1929 in un’umile famiglia di Montescaglioso. Nei ricordi d’infanzia dei suoi amici più cari da bambino giocava con altarini improvvisati, simulando piccole processioni, manifestando già la sua vocazione. Con l’ordinazione sacerdotale, il 26 settembre del 1954, gli fu affidata la comunità del suo paese natio, iniziando così un lungo cammino nella piccola chiesa di Santa Maria dell’Abbondanza, meglio conosciuta come chiesa di Santa Lucia vecchia.
Negli anni 70 fu poi edificata l’attuale Chiesa di Santa Lucia, una costruzione moderna che ha permesso a Don Pietro, fino al 2007, di guidare e far crescere la comunità nella fede anche attraverso le attività di solidarietà sociale, ludico-sportive, aggregative e culturali.
“Una figura che sarà sempre legata alla vita di tutti i montesi, un punto di riferimento, un parroco dal carattere scherzoso, ma schietto, dall’onestà intellettuale innegabile e con una personalità carismatica che mai mancava di umanità”. Lo ricorda così il suo parrocchiano, Nicola Sulla.
La porta sempre aperta a tutti e l’indimenticabile stretta di mano che a dir poco era fortissima come a voler trasmettere la sua stessa energia. Nessun bambino sfuggiva ai suoi “pizzichi” affettuosi, che lasciavano il segno e che altro non erano che la gioia immensa difronte a una gioventù di cui si è sempre circondato.
Si è spento in un giorno di maggio, il mese della Madonna a cui era particolarmente devoto, un mese che ci riporta a San Pio da Pietrelcina che ha segnato la storia personale di Don Pietro.
Non possiamo non ricordare il racconto sempre lucido che egli faceva dell’incontro con Padre Pio. Una lunga giornata a San Giovanni Rotondo passata quasi per caso a confessare fedeli, diceva, e poi nel salire le scale per mangiare qualcosa, all’improvviso l’apertura dell’ascensore e l’incontro dello sguardo di Padre Pio per interminabili secondi, dopo dei quali il Santo gli rivolge poche, ma significative parole riferendosi chiaramente al fatto che lo stava aspettando da molto tempo. Una devozione quella per San Pio che lo ha accompagnato sempre, anche quando, ci racconta Piero Venezia, chirurgo e già chierichetto di Don Pietro, “lo operai di un carcinoma maligno alla cistifellea, a cui seguì un’importante emorragia per un deficit di coagulazione e lui con estrema serenità si affidò a me senza esitare. Non fu necessario operarlo nuovamente”.
Una fede sempre viva che lo ha portato tante volte a Medjugorje che, come diceva, gli aveva cambiato la vita. “Proprio lì – racconta Vincenza Dell’Aglio – egli aveva ricevuto quel segno chiesto prima di partire alla Madonna dei Miracoli. Quella sera, ci eravamo trattenuti più degli altri sulla collina delle apparizioni per pregare e Don Pietro a un certo punto riferì di aver visto per tre volte illuminarsi un grande albero. Continuammo a pregare e nel tornare incontrammo un gruppo in cui c’era una ragazza paralitica tra le braccia di suo padre, che avevamo visto in chiesa seduta su una carrozzella e che all’improvviso scivolò sul suolo impervio. Alla vista di tale evento ci precipitammo per dare soccorso in qualche modo, ma con nostra meraviglia la ragazza si alzò da sola e il padre la riprese tra le sue braccia. Era Silvia Buso la cui storia oggi è conosciuta a tutti come un miracolo di Medjugorje. Fu così che Don Pietro volle fortemente costituire il Gruppo di Preghiera di Medjugorje portando nelle famiglie una piccola madonnina per la preghiera”.
Oggi tutti noi raccogliamo la sua eredità, il suo esempio, la dedizione, la forza, la fede e la meravigliosa letizia che contagiava tutti.
Oggi è il giorno dell’addio che lui avrebbe voluto chiamare solo arrivederci, senza lacrime e tristezza, perché in fondo Don Pietro è solo sulla via del ritorno alla Casa del Padre.
Maria Andriulli