“Alla fine a pagare sono sempre gli stessi. Non si tratta di un fisiologico aumento di tariffe, ma di una vera e propria stangata per famiglie e imprese lucane”. Questo il commento dei consiglieri del Pd in Consiglio regionale, Roberto Cifarelli e Marcello Pittella a seguito della decisione dell’assemblea dell’Egrib di aumentare le tariffe dell’acqua in Basilicata.
“Questa – sottolineano i due consiglieri – è la perfetta sintesi dell’ultimo colpo di genio annunciato dal Governo regionale: l’aumento della tariffa dell’acqua dell’8,5 per cento per il 2020 e per un ulteriore 6 per cento per il 2021. Tutto ciò per fare fronte alle difficoltà economiche di Acquedotto Lucano. La decisione è stata ufficializzata nel corso dell’assemblea dell’Egrib, nonostante gli stessi Sindaci presenti abbiano chiesto all’assessore Rosa di evitare l’aumento in un momento così delicato. Nulla da fare. L’Assessore si è trincerato dietro il comodo paravento del disavanzo di bilancio di Acquedotto Lucano e ha concluso con il paradossale invito ai Sindaci a dare soluzioni alternative. Dal canto nostro – aggiungono i consiglieri del Pd – presenteremo una proposta di legge per fare in modo che sia la Regione a farsi carico di questo aumento. Non devono e non possono essere le famiglie lucane e le imprese che operano in Basilicata a ripianare i debiti di Acquedotto Lucano, soprattutto in un momento di grave crisi economica e sociale causata dalla pandemia”.
“Occorrono soluzioni alternative e – affermano Cifarelli e Pittella – dovrebbe darle chi governa, chi ha a cuore la quotidianità delle tante famiglie e imprese, chi dall’opposizione gridava allo scandalo ad ogni ‘sospiro’ della maggioranza ed, oggi, con linguaggio felpato ed istituzionale decide (non da solo) di operare la scelta più facile per affrontare una criticità finanziaria reale. In verità, Acquedotto Lucano ha urgente bisogno di un moderno e avanzato piano di ristrutturazione e razionalizzazione aziendale che, partendo proprio dal costo dell’energia, preveda da una parte investimenti strutturali per abbattere i costi e dall’altra di ripensare in maniera più efficiente un asset strategico per la vita economica e sociale dell’intero territorio regionale”.
“Sembra evidente, quindi – concludono Pittella e Cifarelli – che una questione così complessa non va affrontata con un semplice aumento di tariffa ma, soprattutto dopo la discutibile scelta di affidare ad Acquedotto Lucano anche la gestione delle reti e della depurazione dei reflui nelle aree industriali della provincia di Potenza, con una seria programmazione che definisca governance complessiva dell’Ente è responsabilità complessiva di ognuno. Senza scaricare il peso delle decisioni sui cittadini”.