«“Il Nuovo Vangelo” di Milo Rau contiene in sé tutti gli elementi cardine del percorso di Matera Capitale Europea della Cultura 2019: bellezza, co-creazione, condivisione e spinta al cambiamento. Questo progetto mostra concretamente quanto la cultura sia un processo in grado di generare dei risultati che possono incidere sulla realtà e l’incontro con la comunità di Casa Betania a Serramarina ne è la conferma».
Così il Direttore della Fondazione Matera Basilicata 2019, Giovanni Oliva ha salutato il regista svizzero Milo Rau, tornato dopo due anni a Matera, in occasione della prima proiezione in Basilicata del suo docufilm “Il Nuovo Vangelo” fuori concorso al Matera Film Festival, lo scorso 4 ottobre. Girato nel 2019 fra la città dei Sassi e i ghetti circostanti, “Il Nuovo Vangelo” mescola realtà e fiction immaginando un Gesù nero che guida i migranti sfruttati a lottare per la loro dignità. Il film è nato dal progetto di Matera Capitale Europea della Cultura 2019 “Topoi. Teatro e Nuovi Miti” e realizzato in collaborazione con, fra gli altri, il Consorzio Teatri Uniti di Basilicata e la Fondazione Matera Basilicata 2019. La proiezione nell’Auditorium “Gervasio” di Matera, cui hanno preso parte diversi cittadini coinvolti nelle riprese, è stata seguita da un talk moderato dalla giornalista Angela Mauro, che ha visto protagonista Milo Rau insieme ad Yvan Sagnet, l’attivista camerunense scelto per interpretare il ruolo del Cristo.
Al centro dell’incontro le diverse forme di lotta per la dignità, dal caso Riace (il regista ha voluto alle sue spalle il manifesto “La solidarietà non è un reato. Giustizia per Mimmo Lucano”) fino a tutte quelle realtà raccontate ne “Il Nuovo Vangelo”, e il fatto che intorno a questi temi si stia pian piano creando una coscienza e un’attenzione collettiva, tali da rendere possibile un vero cambiamento dal basso, grazie alla creazione di una rete fra diversi soggetti. In questo senso, il film di Milo Rau – è stato spiegato – ha funzionato da stimolo per una serie di processi virtuosi, come l’attivazione di contratti regolari di lavoro per oltre 700 ragazzi migranti in due anni, la diffusione sul mercato europeo di prodotti rispettosi dei diritti dei lavoratori, la sensibilizzazione della filiera produttiva, dal distributore all’imprenditore, dal bracciante al consumatore che fa la scelta finale di acquisto. Un altro esempio di spinta al cambiamento innescato dal film è rappresentata da “Casa Betania” a Serramarina di Bernalda, una casa di accoglienza per migranti nata in una struttura acquistata, ristrutturata e sostenuta dall’Arcidiocesi di Matera-Irsina grazie ai finanziamenti 8xmille concessi dalla Conferenza Episcopale Italiana e dal suo Organismo Caritas Italiana. Inaugurato a inizio 2020 anche in risposta agli sgomberi del ghetto della Felandina, questo spazio è diventato una delle “Case della dignità” nate dal film, dando la possibilità a circa 40 migranti di vivere in un posto dignitoso, accogliente, in cui poter fare anche formazione e imparare un lavoro.
In questo luogo simbolico, la Fondazione Matera Basilicata 2019 e la Diocesi di Matera Irsina hanno organizzato il 3 ottobre – nel giorno dell’anniversario della strage di Lampedusa- l’incontro “Processi culturali attivatori di cambiamento sociale. Il docufilm “Il Nuovo Vangelo” di Milo Rau”, durante il quale il regista, con la moderazione della giornalista Patrizia Giancotti, ha dialogato con alcune figure chiave che hanno nutrito di contenuti e valori il film, stimolando il rafforzamento di processi sociali già in atto e contribuendo a generarne di nuovi.
Insieme ai cittadini coinvolti alle riprese del film, a diverse realtà del territorio attive nel sociale e ad alcuni imprenditori che hanno offerto contratti di lavoro regolari ai migranti, come il dott. Appio, all’incontro hanno preso parte il Vescovo della Diocesi di Matera Irsina, S.E. Antonio Giuseppe Caiazzo, il Direttore della Fondazione Matera Basilicata 2019, Giovanni Oliva, il responsabile di Casa Betania, Don Antonio Polidoro, il Presidente di Altragricoltura, Gianni Fabbris, il Presidente della Cooperativa Il Sicomoro, Michele Plati, la Presidente del Consorzio Teatri Uniti di Basilicata, Francesca Lisbona, e due attivisti nonché attori nel film, Yvan Sagnet e Muda. Un’occasione per ritrovarsi di nuovo tutti insieme e testimoniare una sfida vinta grazie alle sinergie di chi prova a smuovere le coscienze, a rompere i muri dell’indifferenza, lavorare sull’integrazione, l’accoglienza e lo scambio fra culture, lottare per i diritti di chi è sfruttato ed emarginato, costruire alleanze, ma anche di chi è riuscito a dare dignità artistica all’azione sociale, generando “il miracolo del cambiamento”. «Il film è per me la realizzazione di una “fantasia socialista” attraverso cui tante persone diverse si sono messe insieme e sono riuscite collettivamente a incidere sulla realtà», ha sottolineato Milo Rau, commentando l’eredità del suo progetto.