Lo comunica la Regione Basilicata, che ha approvato un piano di contenimento dei capi, che prevede l’abbattimento di 5.600 femmine con l’obiettivo di ridurre del 30 per cento in tre anni i danni alle colture. Una vera emergenza sia per l’agricoltura sia per la sicurezza delle persone, in particolare di ciclisti e di automobilisti. Non è raro d’incontrare lungo il perimetro della pineta di Metaponto intere nidiate formate da una dozzina di cinghialotti guidati al pascolo dalla mamma. In questi casi è bene mantenersi a debita distanza, dare loro la precedenza senza troppo badare alle norme previste dal codice della strada e mostrarsi rispettosi della loro … incolumità.
Il piano prevede che l’abbattimento dei 5.600 capi sia formato per il 70% da femmine di età inferiore ai due anni. Una procedura che potrà essere portata a termine attraverso un appostamento fisso, con il metodo della girata e il prelievo di urgenza, o su chiamata. Procedura, quest’ultima, osserva il dispositivo regionale, che a fronte di un pericolo imminente, consente di concedere l’abbattimento ai cacciatori residenti nel Comune interessato.
“Il contenimento dei cinghiali, però, non passa soltanto dalla repressione, ha spiegato l’assessore regionale alle politiche agricole e forestali Francesco Fanelli, perché la Basilicata ha approvato un progetto pilota per la realizzazione di una filiera delle carni di cinghiale, per trasformare un problema in un’opportunità economica per le aziende del territorio, autorizzando su tutto il territorio tre i mattatoi per la lavorazione delle carni di fauna selvatica, situati a Tito Scalo, Atella e Calvello”.
Pino Gallo