Vincenza Castria nasceva a Montescaglioso il 28 febbraio 1922.
Dopo l’uccisione del marito, Giuseppe Novello, durante il movimento dell’occupazione delle terre incolte e mal coltivate, avvenuta nel dicembre 1949 animò le lotte per la riforma agraria portando a livello nazionale le richieste di giustizia del popolo meridionale.
Si impegnò nelle azioni per l’emancipazione sociale e culturale delle donne.
Le iniziative da lei promosse in un periodo che va dagli anni Cinquanta agli anni Novanta portarono alla ribalta nazionale la condizione delle donne nella provincia di Matera, le vicende legate al secondo dopoguerra, le condizioni di arretratezza e la volontà di riscatto e dignità del popolo lucano.
Per questo suo attivismo, l’8 agosto 1952 a Montescaglioso durante la diffusione di “Noi Donne” la rivista dell’UDI a cui Vincenza collaborò, fu posta in stato di fermo dai carabinieri che sequestrarono la rivista. La vicenda sfociò in un processo che si tenne il 24 agosto 1953 e si concluse con una condanna;
Va ricordata in particolare la partecipazione di Vincenza Castria al congresso nazionale femminile, tenutosi a Roma il 13 aprile 1953, quando venne eletta nel Consiglio nazionale dell’Unione Donne Italiane. In quell’occasione venne approvata la “Carta della Donna” alla cui redazione Vincenza contribuì. Sono sue per esempio le parole: “A chi protesta, a chi si oppone, a chi si organizza per difendere il suo posto di lavoro, l’esistenza della sua famiglia, si risponde con la minaccia alla libertà, con la violenza, con i divieti, con la polizia, con il carcere”.
In epoca più recente Vincenza si batté per la conquista di due importanti diritti civili partecipando attivamente ad iniziative a sostegno dei referendum sul divorzio e sull’aborto.
Numerosi gli articoli e le interviste su giornali di sinistra, su Noi Donne e le sue partecipazioni a convegni e dibattiti, anche a livello nazionale.
Vincenza ha anche scritto le sue memorie, confluite nel libro “Rossa terra mia”, edito da LiberEtà, che tuttavia non riuscì a portare a termine per cui Ciro Candido, suo marito, ne completò la storia. Rossa terra mia è uno spaccato delle loro vite personali e della storia della città di Montescaglioso, dagli anni 30 fino agli anni 90 del secolo scorso.
Vincenza Castria è mancata il 5.9.1999.
La città di Montescaglioso con delibera di Giunta Comunale n°39 del 10 giugno 2021 ha deciso di intitolarle una piazza in occasione del centenario
La Libera Università delle Donne di Basilicata, la Commissione Regionale per le Pari Opportunità della Regione Basilicata, la CGIL Matera, la Fondazione Basilicata Futuro, l’ARCI Basilicata, Il CSV Basilicata, la Confederazione Italiana Agricoltori, Donne in Campo Accademia della Ruralità e il circolo ARCI “La lampa”, in accordo con la famiglia, hanno costituito un Comitato promotore per ricordare la memoria di Vincenza Castria con una serie di iniziative, tra le quali la richiesta al Sindaco di Matera di intitolazione di uno spazio pubblico nella città, accolta con deliberazione comunale.
È in itinere una pubblicazione su Vincenza Castria che contestualizza le sue attività, il periodo storico e alcuni suoi scritti.
Sarà cura del Comitato promotore comunicare alle Istituzioni coinvolte e pubblicizzare sugli organi di stampa le date delle diverse iniziative.
Per il Comitato promotore
Adriana Salvia, presidente Libera Università delle Donne