“Il caro energia riscontrato negli ultimi mesi, che Confindustria ha stimato a gennaio 2022 con un aumento del 450% sulla bolletta elettrica rispetto allo stesso mese del 2021, costituisce un fattore che frena la produzione industriale e che sta mettendo a dura prova anche le aziende lucane”.
Lo dichiara il senatore di Forza Italia Saverio De Bonis.
“Occorre individuare – continua il senatore – strumenti adeguati per aumentare la competitività delle imprese che operano nelle aree industriali della Basilicata e creare le condizioni strutturali per attrarre nuovi investimenti, a beneficio dello sviluppo e dell’occupazione. Un percorso che non può prescindere dalle nuove opportunità derivanti dalla transizione energetica, la quale potrebbe consentire di rendere autosufficienti energeticamente le aree industriali con la realizzazione al loro interno di centrali a idrogeno verde. In tal modo le aziende italiane produrrebbero a costi vantaggiosi rispetto ai propri competitor. A tutto ciò si aggiungerebbero le misure di sostegno derivanti dal PNRR e dagli interventi previsti dalla ZES, la Zona economica speciale Matera-Taranto”.
Per il senatore De Bonis, “a subire le maggiori difficoltà dell’aumento dei costi energetici sono soprattutto le piccole e medie imprese, che rappresentano il fulcro del sistema produttivo lucano, già messe a dura prova dalla pandemia. Ma non possiamo nemmeno trascurare l’impatto sui costi delle bollette per le famiglie, passati da 1300 euro nel 2020 a 2600 euro nel 2022. La transizione ecologica è un’onda che crescerà e il governo deve lavorare per accompagnare quest’onda. È fondamentale, perciò, che il Governo, che nelle scorse settimane è corso ai ripari stanziando 3,8 miliardi di euro nella legge di Bilancio del 2022 per calmierare l’aumento di bollette di luce a gas, riconducibile prevalentemente alle dinamiche internazionali, ipotizzi l’adozione di ulteriori forme di incentivi che possano in tal modo arginare la contrazione della produzione industriale che a gennaio ha subito una contrazione del 1,3%. Ad esempio, dalle aste sulla CO2 ci sarà un tesoretto di 3,5 miliardi che si potrebbe utilizzare in maniera spot per tagliare le bollette energetiche”.
“È altresì improcrastinabile – conclude il senatore – dare attuazione agli interventi previsti dall’istituzione della Zes Interregionale Ionica, che può tra l’altro contare su un’area industriale adeguatamente infrastrutturata, la Valbasento, servita da collegamenti stradali e ferroviari, dotata del Centro intermodale trasporti a Ferrandina e che rappresenta il retroporto di Taranto nell’ambito della stessa area oggetto dello strumento agevolativo”.