In una lettera indirizzata al Presidente del Consiglio, Mario Draghi, i cerealicoltori aderenti al Tavolo Verde Puglia e Basilicata, hanno espresso “la grave preoccupazione che serpeggia fra gli agricoltori, in seguito ad incontrollate voci relative al prezzo del grano duro, così come riportato dall’Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare.
“Chiediamo chi abbia stabilito i prezzi medi oscillanti fra 530.00 e 560.00 euro a tonnellata, visto che i costi sono il risultato dell’incontro fra domanda ed offerta del libero mercato”. Prezzi che a loro parere difficilmente coprono il costo di produzione soprattutto di quelle aziende che operano nella media collina e nelle aree cerealicole non irrigue. “Inoltre, sottolinea il sindacato agricolo appulo-lucano, è in atto una campagna propagandistica, ben foraggiata da parte dei poteri che detengono il monopolio della materia prima, ben organizzata e finalizzata a mistificare i dati per indurre i produttori ad accontentarsi anche di offerte inferiori”.
Per questa ragione Tavolo Verde ritiene “che tali tentativi debbano essere preventivamente messi al bando attraverso un intervento formale ed ufficiale concordato dai due ministeri competenti. Ovvero il Ministero dello Sviluppo Economico ed il Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, ed ha invitato “i soggetti pubblici a definire con atti formali a carattere istituzionale un prezzo di vendita in azienda non al di sotto dei 60 euro a quintale”.
Il sindacato di categoria propne, inoltre, ai due Ministeri a disporre da subito sull’intero territorio nazionale una fitta rete di controllo, di informazione e tracciabilità, al fine di garantire al produttore agricolo prezzi di vendita equi e sicura trasparenza nella movimentazione della merce. Tavolo Verde ritiene che in questa particolare fase le misure auspicate sono indispensabili, per evitare fatti speculativi e per conoscere preventivamente le produzioni interne ed eventuali fabbisogni esterni da importazione.
“Sulla scorta dei dati pregressi, specifica il sindacato dei produttori lucani e pugliesi di cereali, l’Italia produce complessivamente una massa di 7.000.000 di tonnellate di grano di cui 4.000.000 di frumento duro e 3.000.000 di frumento tenero. Dati che ci offrono un quadro abbastanza chiaro di come il comparto si possa prestare a diversi livelli di speculazione, a partire dalla prima fase della produzione fino alla commercializzazione del prodotto finito con conseguenze ovviamente dirette sul produttore e sul consumatore”.
“La posta in gioco, conclude la nota sindacale a firma del Prof. Francesco Malvasi nella sua qualità di coordinatore di Tavolo Verde Basilicata, “è senza alcun dubbio elevata anzitutto sul piano economico, non meno su quello della distribuzione equa degli alimenti, i cui riflessi, ovviamente, si colgono anche sul piano sociale etico e morale”.
Pino Gallo