“Oggi 90 milioni di euro per il polo della salute a Lagonegro, domani chissà. In assenza di un Piano Sanitario Regionale, mai ancora presentato e quindi discusso, come si può decidere e continuare ad agire ed investire nella sanità, il più importante e delicato sistema regionale che impatta sulla salute e sulla vita dei cittadini e delle cittadine lucane? Quali nuove strutture sanitarie e quali tra le esistenti rafforzare, e con quale logica allocarle? Quali servizi aggiuntivi offrire a una popolazione sempre più fragile e anziana, come quella lucana?
Come garantire i servizi minimi di pronto intervento in maniera capillare in un territorio ostico come la Basilicata, ben oltre le indicazioni e le opportunità del Pnrr? Come migliorare l’assistenza e la prevenzione, coinvolgendo i privati e le associazioni di volontariato, oltre che potenziando l’assistenza domiciliare integrata? Senza un dibattito su questi ed altri temi è evidente la volontà di non voler affrontare le emergenze, evitando insidie anche politiche e criticità. Da mesi lo chiediamo al Presidente Bardi e all’assessore alla sanità, prima a Leone, ora a Fanelli sino ad oggi sordi ed omissivi: in quale cassetto sta il piano sanitario regionale annunciato da anni. Agenas o meno, è un obbligo a cui non ci si può sottrarre. Il primo piano sanitario di questo Governo regionale, ricordiamo, è nato ed è stato stracciato nel 2020. E’ stato poi assegnato ad Agenas il compito di redigere una nuova proposta che ci risulta essere stata consegnata dall’aprile scorso. Perché dopo 4 mesi questa versione non viene consegnata, analizzata, dibattuta, confrontata con gli operatori, i medici, i sindaci e nelle sedi istituzionali quali sono le Commissioni e l’assise regionale? Era fondamentale prima, diventa improrogabile ed irrinunciabile farlo ora.”
Lo dichiara il Consigliere Regionale Luca Braia, capogruppo Italia Viva.
“Si continua a decidere e a operare in emergenza e tra le difficoltà – prosegue il consigliere Braia. Dal Crob di Rionero agli ospedali di Venosa e Stigliano, dalle liste di attesa divenute impossibili all’assistenza domiciliare, un servizio 118 in assoluta criticità, in particolar modo in provincia di Matera. Dal Madonna delle Grazie e da Policoro è in atto da 2 anni un esodo di medici, infermieri e pazienti verso la Puglia con quasi 10 milioni di euro di costi a carico dei lucani. Tutto questo e molto altro nel silenzio imbarazzante del presidente Bardi e dell’assessore della Lega Fanelli, oltre che di tutti i consiglieri della provincia di Matera presenti in maggioranza, Cariello, Quarto e dei medici Vizziello e Leone a cui si aggiunge anche l’assessore Latronico. Incapaci di far invertire la rotta rispettando le minime aspettative del servizio sanitario pubblico, le istanze e il diritto alla salute dei territori e della popolazione della provincia di Matera che dovrebbero rappresentare più degli altri, avendoli eletti, al governo della regione.
Senza costruire un Piano Sanitario Regionale organico, alla vigilia dell’utilizzo dei fondi del PNRR di fondamentale importanza, non ci sono strategie da seguire e obiettivi definiti da raggiungere. Si consuma così una vera follia politica e amministrativa, nonostante la protesta di sindacati, operatori e della cittadinanza tutta.
In assenza del Piano Sanitario Regionale, vogliamo ricordarlo ai lucani e alle lucane, sono state già consumate scelte discutibili. Si è proceduto sulla base delle istanze singole di territori, non inserite dentro direzioni condivise. Nel Piano Operativo Regionale sono previste 19 case della Comunità e presa in carico della persona, 6 COT (Centrale Operativa Territoriale) e 5 Ospedali di Comunità senza che siano stati analizzati dati, definite strategie e priorità.
E’ sicuramente positivo che il sistema sanitario regionale si rafforzi attraverso la realizzazione del Polo della Salute a Lagonegro, che ci auguriamo possa mantenersi nel tempo. Complimenti al collega Piro per questa sua battaglia vinta, dopo che il provvedimento era stato bloccato per mesi. Sono 90 milioni di euro rivenienti dal passato, che, speriamo, saranno utilizzati per costruire strutture ma, soprattutto, erogare servizi sanitari di qualità alla comunità dell’area. Come si inserisce questo investimento regionale nel nuovo modello di sanità che si pensa di realizzare in terra lucana in questo tempo post pandemia?
Non può funzionare, in sanità come altrove, la politica del chi più urla, più ottiene dalla maggioranza di governo. Ormai il generale Bardi pare essere in balia del suo stesso esercito, pur di arrivare a fine mandato è disposto a tutto per accontentare il consigliere di turno che deve mantenere il numero legale e votare il Bilancio al prossimo consiglio Regionale.
Pertanto, chiederò ai colleghi della minoranza di sottoscrivere una richiesta di poter convocare un consiglio regionale apposito nel quale Presidente Bardi e Assessore Fanelli mettano all’ordine del giorno la presentazione ufficiale del piano sanitario regionale, se esiste. Il vaso è colmo e non si può continuare ad affrontare le emergenze in questo modo, tirando letteralmente a campare quando si parla di salute.”