L’Associazione di Promozione Sociale – ETS – “Fatti non foste…” di Montescaglioso (MT), presieduta dal dr. Angelo Andriulli, con il fattivo contributo del concittadino Vito Ciannella, funzionario amministrativo in quiescenza della Sovrintendenza ai Beni Artistici di Matera, ha redatto un’interessante relazione sul lavoro di ricerca dei lampadari della Chiesa Madre dei SS. Pietro e Paolo della città montese, basata sulla documentazione presente negli archivi della Sovraintendenza al patrimonio artistico di Matera, oltre che su testimonianze di vari concittadini. Il documento è corredato da alcune fotografie e precisi riferimenti documentali; tra questi la relazione del “dr. Fisico Domenico Gatti dell’età settuagenaria”, redatta nel 1825 ed una perizia per un progetto di restauro, svolta nel 1857, dall’architetto barese Nicola Carelli. Nella relazione si evidenzia l’incuria che ha condotto ad un irrecuperabile danneggiamento e dispersione delle preziose suppellettili e si pongono quesiti sulle responsabilità di quanti erano preposti alla tutela di tale patrimonio artistico.
La Chiesa Madre, ubicata nel Centro Storico montese, a breve distanza dalla millenaria Abbazia benedettina dedicata a S. Michele Arcangelo, in passato era arricchita da un sontuoso apparato di ben 9 lampadari settecenteschi, frutto delle donazioni dei marchesi Cattaneo, del Principe della Rocca e del generoso contributo offerto nei decenni dal popolo montese. Nel 1999, al momento della riapertura al culto della Chiesa, successiva ai lavori di restauro per il danneggiamento conseguente al sisma del 23.11.1980, gli stessi lampadari non sono stati rinvenuti pendere dagli archi della Chiesa. L’associazione “Fatti non foste” sottolinea “[..] l’oblio delle autorità locali, civili e religiose nonché della istituzione preposta alla tutela del patrimonio artistico.” I preziosi lampadari sono definiti “complementi essenziali dell’arredo della chiesa ed, in quanto tali, [..] oggetto di cura da parte di chi è istituzionalmente preposto alla tutela del patrimonio artistico”. La magnificenza di questi preziosi oggetti, al momento attuale, rimane solo nella memoria degli anziani di Montescaglioso e nelle fotografie che li ritraggono. Pare certo che i lampadari non siano stati danneggiati dal sisma ma questo sia avvenuto in momenti successivi, a causa di atti vandalici. Ha avuto inizio negli anni in cui la Chiesa Madre è rimasta chiusa al culto ed è imputabile all’incuria di quanti preposti alla loro custodia e tutela.
La rimozione dei lampadari dalla Chiesa Madre, presumibilmente, deve essere avvenuta in concomitanza o poco prima l’inizio dell’opera di restauro architettonico della stessa. Ci sono prove documentali che accertano lo spostamento dei lampadari dalla Chiesa Madre alla Chiesa di S. Maria in Platea (altrimenti chiamata Chiesa della Madonna delle Grazie). E’ facilmente ipotizzabile che la migrazione dei lampadari e il loro successivo “scempio” sia da datare agli anni antecedenti i lavori di restauro architettonico nella stessa Chiesa di S. Maria delle Grazie. Il restauro di quello che rimaneva di 2 dei 9 lampadari, recuperati e depositati nel laboratorio della Sovrintendenza di Matera, sono stati commissionati e pagati a ditte romane.
Al momento non si è a conoscenza né della tipologia di restauro posta in opera né per quale motivo sia stato richiesto l’intervento di due ditte. L’ass. “Fatti non foste” evidenzia che non si tratta di un restauro conservativo: tale affermazione deriva da uno scatto nell’archivio della Sovraintendenza che raffigura un assemblaggio “maldestro e approssimativo dei pezzi rimanenti ed integri del candelabro, ricostruzione arbitraria del lampadario principale, molto lontana dalla forma originale”.
“Fatti non foste …” di Montescaglioso (MT), insieme all’impegno di Vito Ciannella, esprime il proprio orgoglio per aver raggiunto l’obiettivo di recuperare due autentici monumenti del patrimonio artistico cittadino, già descritti nel 1825. Uno di questi è stato recuperato quasi integralmente, mentre il lampadario principale dovrà essere oggetto di un elaborato e costoso progetto di ricostruzione. Si rende necessario il completo restauro e, a questo scopo, si è implementato, da parte della stessa Associazione, la raccolta di un contributo all’opera di restauro. All’invito hanno finora risposto 20 montesi di buona volontà.
A tal proposito si rivolge ancora un invito a contribuire a tutta la cittadinanza di Montescaglioso: obiettivo dichiarato è quello di ricollocare almeno questo lampadario nella sua sede originale, per contribuire ai festeggiamenti in corso per la ricorrenza del secondo centenario della ricostruzione e riconsacrazione della Chiesa Madre dedicata ai SS. Pietro e Paolo (previsto nell’anno 2023) e dare giusto splendore alla cappella del SS. Sacramento. Più ardua si presenta l’opera di ricollocazione del lampadario principale, in quanto sono giunti pochi pezzi, insufficienti ad una sua ricostruzione. Il successo conseguito, anche se parziale, indica la strada da seguire per preservare le bellezze patrimoniali di Montescaglioso: il coinvolgimento di tutti i montesi in questa opera di salvaguardia!