Tra il 2015 e il 2016, un gruppo di amici ha recuperato gli antichi archivi di un piccolo comune dell’Italia meridionale, Pomarico. Tra i circa trecentomila documenti recuperati, l’attenzione è stata attirata da una lettera, scritta in latino dalla parrocchia di Santa Maria nel Cielo Incoronata di Gibilterra, in cui si informava che alcuni dei morti in un disastroso naufragio avevano lasciato quel povero comune dell’Italia meridionale per New York, trovando la morte nel porto di Gibilterra. La lettera ha aperto le porte a una lunga ricerca che è durata oltre un lustro e ha portato il ricercatore Gianni Palumbo a scrivere un libro, che sarà edito nel corso del 2023, sul drammatico naufragio del piroscafo Utopia, avvenuto la sera del 17 marzo del 1891 nella baia di Gibilterra.
A differenza del Titanic nel 1912, l’incidente dell’Utopia è stato poco attenzionato (sul Titanic sono stati scritti oltre 1500 libri, solo 3, invece, sul naufragio dell’Utopia) al punto tale che una parte della verità è stata totalmente sottaciuta anche nel poco che è stato scritto. Il motivo è semplice: i passeggeri erano tutti (tranne tre) di terza classe, emigranti diretti da molti dei paesi del mezzogiorno italiano verso New York. Tra questi numerosi anche i lucani che furono travolti dai marosi.Questa storia risulta di drammatica attualità ancor oggi se pensiamo a quanto accade nel Mediterraneo.
Il giudizio della modernità, sui tanti migranti che attraversano il Mare Nostrum, per vie più o meno improvvisate, è amaro, caustico, a volte velenoso. Il mondo si divide in buoni e cattivi, a seconda che siano più o meno lontani culturalmente e fisicamente da noi. Mai, come negli ultimi decenni, si è arrivati a tanto. Qualcuno direbbe che in questi giudizi ci sono segni inequivocabili di razzismo, una sorta di xenofobia; ma se andiamo più a fondo, sembra che si stia postulando qualcosa di ancora più complesso, un etnocentrismo universalizzante accompagnato da una bulimia consumistica che non lascia spazio né speranza alla convivenza pacifica delle diversità e all’uso democratico delle risorse naturali. Gianni Palumbo, a conclusione della sua lunga e accurata ricerca per archivi italiani, di mezza Europa e degli USA, è stato invitato nella città de La Linea de La Concepción (Cadiz), nella baia di Gibilterra, per un convegno internazionale presso il quale terrà una sua conferenza dal titolo “El Utopia entre la brumas de la memoria. Notas de un naufragio” (L’Utopia tra le nebbie della memoria. Appunti di un naufragio). Nella circostanza saranno rivelate, per la prima volta in assoluto, alcune tra le concause del naufragio che mai nessuno aveva narrato nella pur scarna bibliografia ufficiale e che – per opportunità storiche – sarebbe stato opportuno e necessario mantenere nascoste. Il convegno si terrà nel Palazzo dei Congressi della città spagnola e sarà presieduto dal Sindaco José Juan Franco Rodriguez e realizzato con la collaborazione dell’Associazione Historica Linense e dell’Associazione Culturale “Giuseppe Camillo Giordano”. Attesa la partecipazione delle autorità tra le quali il Console italiano onorario a Gibilterra Patrick Canessa, da sempre attento e sensibile al tema storico del naufragio del piroscafo italiano.
Nei giorni successivi al Convegno il Comune de La Linea de la Concepción e il Comune di Buonabitacolo (Salerno) stringeranno un patto istituzionale di fratellanza e amicizia proprio perché quel Comune ha avuto, tra gli altri, sei tra le quasi seicento vittime del naufragio. Il Comune di Pomarico, anch’esso tra i comuni che annovera propri concittadini tra le vittime di Utopia, conferirà nella circostanza una menzione d’onore ai Comuni de La Linea de La Concepción e di Buonabitacolo, all’Associazione Historica Linense e all’Associazione “G. C. Giordano” con le seguenti motivazioni: “In segno di gratitudine e riconoscimento per lo straordinario e rilevante lavoro svolto nel promuovere la partecipazione dei cittadini e la divulgazione della tragica storia del piroscafo SS Utopia, un transatlantico in navigazione da Napoli a New York, che affondò nella baia di Algeciras il 17 marzo 1891, causando la morte di cinquecentosessantadue persone, la maggior parte delle qualierano immigrati italiani che volevano cercare una nuova vita in America. Il popolo italiano sarà sempre grato alla città spagnola di La Línea de la Concepción, non solo per aver aiutato i sopravvissuti, ma anche per la costruzione di un mausoleoper seppellire ventisei vittime del naufragio nel cimitero comunale della città”.