Più di 110 famiglie materane che occupano gli alloggi sociali del Comune, dal 1 febbraio scorso si ritrovano a pagare un aumento medio di 40 euro (+11,8%) sul canone di locazione mensile, per effetto dell’adeguamento agli indici Istat, previsto dai contratti. Un aumento che pesa molto sui bilanci di famiglie economicamente e socialmente fragili. Per questa ragione, il sindaco di Matera Domenico Bennardi, dopo due appelli lanciati direttamente dagli inquilini, ha cercato una mediazione con “Fabrica immobiliare Sgr Spa”, attraverso due distinte comunicazioni formali, da cui è scaturito un confronto diretto in videoconferenza.
Tentativi di aprire un dialogo, al fine di scongiurare gli aumenti, facendo presente al locatore che in altre realtà simili a Matera, come nei comuni di Barga, Borgo a Mozzano, Capannori, Lucca, Massarossa e Porcari, hanno già rinunciato ad applicare l’adeguamento Istat. La risposta di “Fabrica immobiliare” è stata negativa, nonostante un’apparente apertura mostrata in occasione del confronto diretto mediante videochiamata, con gli ex assessori Piscopiello e Nicoletti. Non è stata accolta neppure la proposta, avanzata dal sindaco, di disporre come previsto nell’autonomia contrattuale un tetto per l’indicizzazione non superiore al 1,5%, per venire incontro a queste famiglie in evidente difficoltà. Il locatore ha spiegato che rinunciando all’adeguamento su Matera, si sarebbero messe in crisi altre realtà di social housing, gestite in tutta Italia da Fabrica immobiliare.
“Sono davvero amareggiato per questa chiusura del locatore -ha commentato il sindaco- anche perché l’Amministrazione comunale, nelle ristrettezze di bilancio, è in grado di garantire un sostegno economico solo alle famiglie che versano in condizioni di assoluto e totale disagio. È bene ricordare, che l’obiettivo principale del social housing è quello di soddisfare le esigenze primarie dei conduttori, proprio come è avvenuto a Matera dove i beneficiari sono tutte persone in difficoltà, prive dei requisiti per l’alloggio popolare. Quindi, già i canoni sono abbastanza onerosi per loro, se poi si applicano gli aumenti, si va a snaturare lo spirito dell’intervento stesso, accentuando le diseguaglianze sociali e minando quel concetto di “interesse generale” che sta a fondamento del decreto istitutivo del social housing”. Oggi per l’affitto di un bilocale si pagano 342 euro al mese (comprensivi di spese), che diventano 477,50 per un trilocale, 595,50 per un trilocale con cucina e ben 648 per un quadrilocale. A questi canoni, da febbraio si devono aggiungere le 40 euro di adeguamento Istat.