Metaponto non solo terra di confine e crogiuolo dei popoli del Mediterraneo, ma un formidabile attrattore di ritorno anche per quei metapontini, che a distanza di oltre mezzo secolo si sono voluti rivedere tutti insieme in un ristorante posto nel cuore agricolo del territorio, della chora, per dirla con un riferimento alla sua origine magno-greca.
Erano in 74 provenienti da molte regioni d’Italia e naturalmente anche dalla vicina Bernalda. “Avremmo dovuto essere quasi cento, se una quindicina dei nostri non avessero dovuto rinunciare per imprevisti che li hanno trattenuti nelle comunità di residenza”, ha detto Vincenzo Galli, che insieme a Pinuccio Adduci e Lina Vena, sono stati anima e riferimento per questo allegro appuntamento, giunto quest’anno alla sua terza edizione.
Persone lontane geograficamente, ma sempre presenti con il cuore e con la mente a Metaponto. “Stamattina la vostra presenza a Metaponto ha riempita questa chiesa, mai così piena, come accade in questo scorcio di fine giugno”, ha detto il parroco di Metaponto, don Giuseppe Lavecchia, nella sua omelia domenicale, dicendosi felice della loro presenza sui luoghi delle loro origini. Luoghi particolarmente cari e indimenticabili della loro vita, perché a Metaponto avevano giocato da bambini ed avevano frequentato la prima scuola, presso la stazione ferroviaria.
Così, durante una pausa del convivio eno-gastronomico, hanno chiamato a telefono una delle loro ex maestre della scuola elementare, Rita Stigliani, 96 anni compiuti da poco, che ha voluto intervenire con una lunga telefonata da Matera, chiamando ad uno ad uno, per nome e cognome, i suoi alunni di oltre 60 anni fa e chiedendo loro come stavano. Ma anche ricordando alcuni episodi di un solido rapporto umano e professionale. E loro, tornati scolari in un viaggio nel tempo, hanno risposto ancora una volta: “Presente, Maestra. Siamo qui ad omaggiarti del bene prezioso che ci hai lasciato nel cuore e che ci ha resi più sicuri nel nostro viaggiare attraverso i sentieri della vita”.
E per omaggiare la loro maestra, una sua ex alunna, anch’essa maestra in pensione, Chiara Galli, insieme ad altre ex alunne, hanno intonato l’Inno di Metaponto, che la loro anziana maestra aveva scritto negli anni ’60 del secolo scorso, riproponendolo con la musica di accompagnamento. Un momento particolare, che ha generato una intensa emozione. Chiara ha voluto anche ricordare i metapontini sparsi per tutta l’Italia, che non ci sono più ed a tutti è andato il commosso ricordo di ciascuno.
Il ruolo dei Gesuiti a Metaponto. Un’educazione ad una visione internazionale della vita e ad un impegno sociale senza barriere e senza preconcetti
Un applauso corale è stato rivolto all’opera missionaria dei Gesuiti, presenti nella Parrocchia di Metaponto per oltre vent’anni con oltre 12 Padri e Fratelli laici. Essi formavano il Centro missionario nelle tante comunità che gestivano sul territorio, come la parrocchia dell’ex villaggio Eni di Pisticci scalo, appena costruito, o nel loro impegno di coordinatori del Circolo Acli di Bernalda e della Federazione Universitaria Cattolica di Matera. O nelle tante parrocchie sparse per il mondo, dall’India, all’Africa, ai tanti Paesi d’Europa. Un’attività pastorale, la loro, che educava, indirettamente i ragazzi di Metaponto, ora settantenni ed oltre, ad una visione internazionale della vita e ad un impegno sociale senza barriere e senza preconcetti. Propri di una terra di confine e di transito com’è Metaponto, da quasi tre millenni. Ma anche Terra di contatto dei Popoli e florido centro culturale ed economico conosciuto in tutto il mondo.
Una visione profetica che si materializza ancora oggi nella scuole di Metaponto con una presenza di bambini stranieri che raggiunge il 56 % dei frequentanti, provenienti dai tanti Paesi d’Europa, ma anche da Africa, Asia ed America latina.
I loro genitori sono impegnati nel lavoro dei campi e ne costituiscono la forza lavoro assolutamente necessaria e indispensabile per tutto l’anno e per tutte le colture che caratterizzano le varie stagioni.
“Anche per me, questa è una giornata particolare, ha detto Pinuccio Adduci, metapontino doc e fondatore e granitico presidente del Gruppo Folklorico La Pacchianella di Pisticci, ambasciatore della Cultura popolare in tantissimi paesi e città d’Italia e d’Europa, ma anche in Canada ed in Australia, sedi di numerose comunità di pisticcesi e di lucani nel mondo.
Pagine del libro Cuore? No. Semplicemente i miracoli di una Umanità ancora genuina e sincera in un mondo in cui ciascuno tende a chiudersi in un guscio di indifferenza e di violenza, che certo non appartiene al dna del genere umano.
O come ha detto Chiara Galli, citando Gesualdo Bufalino: “c’è chi viaggia per perdersi e c’è chi viaggia per Ritrovarsi”. “E noi – ha sottolineato l’ex ragazza del Comitato Pitagora degli anni ’70, abbiamo avuto Nostalgia dei nostri Amici e dei nostri luoghi del Cuore e abbiamo viaggiato per farlo”.
Pino Gallo