“Nel realizzare questo monumento dedicato a tutte le donne del mondo, ho rappresentato una forma che non è ben definita, che non riproduce una figura di donna reale, ma è qualcosa di fantastico, di surreale. Adamo rispettava Eva e la riteneva una cosa fuori del Comune, in quanto generatrice di futuro per l’uomo”.
Così presenta la sua opera posta nella Villa comunale il Maestro Salvatore Sebaste, che vive e lavora a Bernalda ed a Metaponto, ove respira la salsedine acre dello Jonio e lo accarezzano i venti forti dell’Africa equatoriale. E con i loro profumi e sussurri senza contaminazioni, egli impasta le sue opere d’arte messaggere di armonia.
“Un monumento voluto da noi donne dice Antonella Coviello, presidente della Fidapa di Bernalda, in cui c’è il cuore di tutti quelli che vi hanno partecipato e mi auguro che sia da oggi in poi nel cuore di tutti. Sulla panchina scarlatta siede la donna che ci chiede pace, amore e rispetto. Ella è fiera nella sua armatura di metallo, ma il suo cuore è tenerissimo ed i suoi piedi sono ben radicati nella terra”.
“Tu, donna, sottolinea la Coviello, mi porti a pensare che sei Gea, la madre terra, e ci stai chiedendo rispetto anche per i l mondo animale e vegetale. E noi, custodi della terra, ne saremo capaci?”.
Un monumento che nasce da un’idea di Jolanda Carella, che per la presidente dell’associazione ha un significato immediato, “che ci porta a riflettere perché è un monumento che resterà ogni giorno presente nella comunità, come monito per la difesa dei diritti delle donne. Uno spazio idealmente occupato dalla presenza di donne cadute, vittime di violenza, ed al tempo stesso un segno permanente di fiducia, a differenza degli eventi e dei convegni che spesso finiscono nel dimenticatoio”.
Fiammetta Perrone, presidente nazionale Fidapa, ha sottolineato come la panchina scarlatta di Sebaste comunica con un linguaggio innovativo alle nuove generazioni un messaggio anti-violenza, che deve essere portato nelle scuole, in collaborazione con istituzioni e forze dell’ordine, anche attraverso un pieghevole, tradotto in tutte le lingue. Sarà utile a saper riconoscere le varie forme di violenza e sapere cosa fare in caso di pericolo o di richiesta di aiuto. Alla cerimonia di scoprimento della panchina è intervenuta anche Maria Nuccio, presidente Fidapa, distretto Sud Est, che nel ringraziare l’autore dell’opera ha messo in evidenza come sulla panchina è riportato il numero d’emergenza donne, il 1522, al quale rispondono persone specializzate e che prendono in consegna la donna vittima di violenza. Numero che può essere chiamato non solo dalla vittima, ma anche dalla gente che è a conoscenza della violenza.
Problematiche che la dr. Caterina Rotondaro, psicoterapeuta, ha messo in evidenza, rilevando come il femminicidio è così radicato nei territori che è molto difficile scardinarlo, perché appartiene alla parte più negativa dell’essere umano. Una violenza esercitata contro le donne proprio da chi sta vicino alle donne, perchè nel 90% dei casi si tratta di persone che esse conoscono e con cui hanno un rapporto affettivo profondissimo. Ovvero i padri, i fratelli, i fidanzati, i mariti, i vicini di casa.
Per Angelo Bianco, presidente Fondazione SoutHeritage per l’arte contemporanea di Matera, la panchina scarlatta diffonde i valori dell’uguaglianza e della parità fra i sessi, in cui il colore ricorda il vuoto sistemico lasciato dalle vittime. “Mentre, invece la brillantezza dell’alluminio disegna una scultura antropomorfa, che ci restituisce un corpo-ombra-involucro che va a proteggere le cicatrici fisiche e psicologiche della violenza. Materiali e oggetti del nostro quotidiano che Sebaste assembla e restituisce in un’opera tridimensionale”.
A portare il saluto dell’amministrazione comunale di Bernalda il sindaco, Domenico Tataranno. Il monumento è stato benedetto da don Stefano Casamassima.
Pino Gallo