«La Regione Basilicata investa seriamente sulla gestione dell’Ente Parco, finanziando e arricchendo la dirigenza del soggetto giuridico, incaricato di tutelare e rilanciare quest’area, strategica per la città di Matera e il suo hinterland». È il monito del sindaco di Matera, Domenico Bennardi, all’indomani del rinnovo della presidenza dell’Ente parco della Murgia materana, che continua ad essere svuotato di personale e finanziamenti da parte della Regione. Una scelta miope, secondo il sindaco, che si ripercuote negativamente su di una parte consistente del sistema turistico materano. «Al di là della nomina del nuovo presidente al quale auguriamo buon lavoro -prosegue Bennardi- occorre un cambio di passo vigoroso, deciso e determinato nella gestione di un’area patrimonio Unesco attigua a Matera, che per questa ragione può aiutarci ad aumentare la permanenza dei turisti in città, accrescendo l’attrattiva ambientale-escursionistica, con il turismo studentesco e il cicloturismo.
Il parco, poi, è un luogo di storia ed emotività per gli stessi cittadini materani. Per queste ragioni -rimarca Bennardi- è avvilente vederlo così abbandonato». Il sindaco sollecita, quindi, Ente Parco e Regione all’ultimazione e pubblicazione del bando di gestione del Parco della storia dell’Uomo, «per evitare -spiega il sindaco- ulteriore abbandono e degrado di quell’area dove sono stati fatti investimenti pubblici. Per garantirne la tutela, è necessario individuare subito il soggetto gestore». Infine il caso più emblematico di stallo: «È necessario -insiste Bennardi- ripristinare prima possibile l’accessibilità al sentiero che porta verso il ponte di legno sulla Gravina; lo deve fare l’Ente Parco con la Regione, mentre il Comune offre un supporto, compatibilmente con le risorse a disposizione e le proprie limitate competenze su quell’area. Un intervento da realizzare prima possibile, perché i turisti scavalcano il cancello e percorrono ugualmente il sentiero non sicuro».
In conclusione l’affondo del sindaco di Matera: «A livello regionale, si condivida una visione politica per l’Ente parco come soggetto giuridico, dotandolo di personale adeguato e risorse economiche. In caso contrario -è la provocazione di Bennardi- si restituisca l’area a territori, Comuni, associazioni e Centri di educazione ambientale, per renderne più efficace ed efficiente la gestione».