Mercoledì 6 settembre 2023, presso il Polifunzionale di San Brancato a Sant’Arcangelo, è stato presentato il libro “Santo Arcangelo nel Catasto Onciario del 1742, radiografia di una terra”, prodotto in seno alle attività del Centro Studi sulla Popolazione Torre Molfese (torremolfese.altervista.org). Nell’incontro, che ha visto un’attenta partecipazione delle persone presenti, tra cui alcuni rappresentanti delle UNITRE del luogo e di San Chirico Raparo, il prof. Antonio Molfese e Daniela Camelia, autori del testo, in compagnia del dott. Carlo Caterini e del sindaco di Sant’Arcangelo Salvatore La Grotta, hanno illustrato il corposo lavoro scaturito dalla trascrizione e analisi del Catasto Onciario del paese. I Catasti Onciari, conservati per lo più nell’Archivio di Stato di Napoli, sono i voluminosi testi nati dalla riforma fiscale voluta da re Carlo di Borbone nel 1742.
La novità introdotta – che fu insieme “una gigantesca dichiarazione dei redditi unita a un censimento di tutta la
popolazione” del Regno di Napoli oltre che dei loro averi – basando le tasse non più sui consumi ma sulla professione e sui beni posseduti da ognuno, nelle intenzioni del re avrebbe dovuto raggiungere una maggiore equità fiscale e alleviare il peso dei tributi alla parte più povera del regno. Come i conferenzieri hanno messo in luce, il nobile progetto dell’illuminato sovrano, seppur avesse alcuni meriti – tra cui quello di tassare per la prima volta i beni ecclesiastici e gli stessi religiosi – non raggiunse del tutto l’obiettivo e alla fine, per gli ostacoli e la cattiva accoglienza da cui fu circondato, finì per essere abbandonato lasciando solo i volumi nati da quel primo e unico tentativo.
Il lavoro di analisi compiuto dagli autori, come ben evidenziato durante la serata, ha il merito di essere sia uno dei pochi lavori del genere che riguarda un luogo della Basilicata sia quello di riguardare un paese di dimensioni importanti, che nel 1742 ha 807 nuclei fiscali e racconta quindi di 2451 individui totali. Per queste caratteristiche, come sottolineato dall’autrice, il testo si presta a ottenere informazioni sulla vita della
popolazione di metà Settecento e, ancor di più, a rintracciare i propri possibili antenati viventi nel paese e ad avvicinarsi alla ricerca genealogica. Ricerca che gli autori, come anticipato durante l’incontro, perseguono con passione e che sfocerà a breve nella pubblicazione di un altro testo. La presentazione si è conclusa infine con gli interessanti aneddoti su alcuni degli individui di cui tratta il catasto considerato; tra questi le famiglie Scardaccione, con il misterioso caso di Don Matteo Scardaccione, e i nobili De Curtis, proprietari di una cappella ormai scomparsa e che, come raccontato dal dott. Caterini, erano imparentati con Totò.
Per l’occasione, il volume di più di 500 pagine, già nella disponibilità di diversi archivi e biblioteche d’Italia, è stato messo a disposizione dei presenti in cambio di una piccola offerta all’associazione – sostenuta da tempo dall’autore – “In missione con noi”, con sede a Bologna e che si occupa di progetti di aiuto diretto in Etiopia (www.inmissioneconnoi.org).
Daniela Cameli