Metaponto. “Non possiamo più vivere nelle nostre case, respirando aria fetida e puzzolente, proveniente dalle acque nauseabonde, che scorrono nel “famigerato” canale del Consorzio di Bonifica, trasformato in un collettore di acque ripugnanti”, quasi stagnanti, a causa del proliferare di una vegetazione fitta e intricata. Una situazione che si trascina da anni e proteste dei cittadini per interventi tampone, che hanno la durata di un battito di ciglia.
E’ quanto scrivono i cittadini di Metaponto e Bernalda in una petizione diretta al Sindaco di Bernalda, Domenico Tataranno, all’Amministratore del Consorzio di Bonifica Giuseppe Musacchio, al Presidente della Provincia, Piero Marrese, all’Arpab di Metaponto ed al Comando Carabinieri di Metaponto e della Polizia Locale di Bernalda.
“Chissà quante malattie queste acque scure possono generare nel nostro organismo”.
Si chiedono i sottoscrittori, invitando le autorità ad “intervenire prontamente e con l’intento di risolvere una volta per tutte la questione, ma anche di indicare le regole da eseguire e di realizzare le opere occorrenti”. Perché “a voi spetta vigilare attentamente sulla salvaguardia della salute dei Cittadini”.
“Il canale di bonifica, spiegano i cittadini, riversa le sue acque scure nel mare di Metaponto, in zona centrale del lido, a ridosso di stabilimenti balneari, ristoranti, bar, pizzerie, negozi di alimentari e sul Lungomare Nettuno, sempre affollato di turisti, costretti ad allontanarsi velocemente dai fetori pestiferi, che li assalgono” e da nugoli di zanzare affamate di sangue.
“Così, molti clienti ospiti degli stabilimenti balneari prossimi al canale vanno altrove con una perdita di introiti da parte di queste aziende, che traggono i loro redditi dalla bellezza del mare e dalla purezza delle sue acque”.
“Qual sarà l’impatto sulla salute dei bagnanti?, fanno osservare i firmatari della lettera. Quale immagine negativa e nauseante si porteranno a casa?”.
“Le autorità in indirizzo si attivino subito e siano operative. Il tempo è scaduto. Fateci sapere.”. Così termina l’accorato appello dei cittadini a chi dovrà tradurre la richiesta in accertamenti ed in provvedimenti amministrativi conseguenti. La posta è alta e le attese ancora più importanti. Se la situazione non verrà risolta in tempi brevissimi, il canale si trasformerà in un fantastico incubatore per milioni di uova di zanzare, che a loro volta attaccheranno i turisti con i loro terribili pungiglioni, causando gravissimi danni economici alle attività commerciali di Metaponto ed all’immagine di spiaggia accogliente e salutare.
Un fenomeno che si è già verificato in passato e che, insieme ad altre situazioni di progressivo degrado ambientale, contribuirà ad umiliare la vita dei cittadini e a deprezzare ulteriormente il valore del patrimonio immobiliare di Metaponto, ormai in caduta libera.
Occorre mettere un punto fermo nella politica locale, cominciando ad investire in interventi di manutenzione straordinaria del territorio e di rigenerazione urbana delle tante strutture sportive, ricreative e ricettive pubbliche e private, fortemente degradate e vandalizzate. Abbandonate da decenni di incuria da parte della politica locale, priva com’è di una visione d’ampio orizzonte. Un degrado mentale e culturale, che sta vanificando la generazione di tantissimi posti di lavoro e sta mandando in fumo i sacrifici dei tanti cittadini, che hanno investito ingenti risorse economiche e scommesso sul futuro del territorio, costruendo abitazioni di residenza e case di vacanza, aprendo attività economiche turistiche e strutture ricettive moderne e funzionali.
Uomini e donne lungimiranti e liberi avevano avviato un new deal e spalancate le porte al futuro di tutti, preoccupandosi finanche di “costringere” altri enti pubblici a ristrutturare gli edifici di servizio realizzati negli anni ’50 del secolo scorso e ad aprire altri servizi come l’Ambulatorio Sanitario e un Distaccamento dei Vigili del Fuoco, poi “trasferito a Pisticci” con un’azione di sciacallaggio politico.
Uomini e donne liberi che negli anni ‘80 ridettero vita anche alla festa di San Leone, la cui “parte civile” divenne più variegata ed articolata, richiamando “in servizio Attila, il feroce re degli Unni”, che fu fermato da Papa Leone sul fiume Mincio, evitando nel 452 d.C. il saccheggio di Roma.
Che dire. Una vita di profonda sofferenza per i Cittadini di Metaponto.
Ma sempre attivi e per niente piagnoni, che in uno striscione sulla terrazza della delegazione comunale hanno scritto: Metaponto, liberiAmo il futuro (che) vogliamo.
Pino Gallo