«È stato necessario azzerare e rimodulare la composizione complessiva dell’organo esecutivo per ragioni di opportunità politica, coniugando equilibri politici con rinnovato impulso ed entusiasmo per l’azione amministrativa». Così il sindaco, Domenico Bennardi, spiega il recente atto politico gettando acqua sul fuoco di qualche polemica. «Se si contano tutte le revoche, anche quella dei giorni scorsi su lavori pubblici e politiche sociali, la nuova Giunta ha tre assessori in meno, due nuovi assessori e alcune deleghe sono state diversamente distribuite -rimarca Bennardi- mi sembra un cambiamento evidente. Usando la metafora sportiva, una squadra di calcio anche con minime sostituzioni può trovare nuovo slancio.
Il rinnovato impulso è finalizzato alla chiusura per il prossimo anno e mezzo che ci rimane, di importanti progetti urbani e sociali». Quindi il sindaco chiarisce l’equivoco generato dalla concomitanza delle revoche assessorili con una mozione di sfiducia presentata dalla minoranza consiliare: «La revoca non ha alcuna attinenza con la mozione di sfiducia, il cambio di esecutivo è di competenza del sindaco su confronto diretto con la maggioranza, con lo scopo di rilanciare l’azione amministrativa, non di porle fine. Se vogliamo dargli una definizione, i decreti di revoca, compresi quelli su opere pubbliche e politiche sociali, rientrano in un percorso di verifica e ottimizzazione dell’esecutivo, per realizzare un costante miglioramento, che non passa solo dalla sostituzione di assessori ma anche dallo spostamento di alcune deleghe». Quindi il sindaco traccia un breve bilancio non esaustivo di quanto è stato realizzato in quattro anni, perché si comprenda che i cambi parziali di squadra sono serviti solo a rilanciare l’amministrazione della cosa pubblica: «Le cose fatte sono tante.
In questi quattro anni, nonostante i primi due durissimi di pandemia, abbiamo avviato grandi cantieri e progetti, come l’essere andati avanti in modo ostinato, nonostante vari problemi, per i cantieri di Piazza della Visitazione e per il restauro del teatro Duni, del Museo demo-etno-antropologico; il progetto di rigenerazione urbana del nuovo stadio XXI Settembre; il progetto di efficientamento della pubblica illuminazione, sostituendo tutte le lampade a vapori di sodio con quella a led, che permettono un risparmio di oltre 1.300 tonnellate di anidride carbonica l’anno, il 70% di risparmio energetico e di valorizzare i Sassi con una luce finalmente adeguata. E poi ancora il nuovo Regolamento urbanistico, il Piano del verde, il bando triennale della manutenzione e cura del verde, che dà continuità. Il nuovo portale turistico comunale materawelcome; abbiamo liberato il fossile più grande per massa al mondo, la balena Giuliana, diventato con la preziosa sinergia col Museo nazionale, un nuovo attrattore naturalistico della città; abbiamo creato un’orchestra della città, la bellissima realtà dell’Orchestra Sinfonica di Matera che offre lavoro a tanti giovani talenti locali. Grandi investimenti su strade e marciapiedi, dal centro alla periferia, su cui ancora stiamo programmando l’impiego di massicce risorse. E poi tante piccole cose, dalle nuove pensiline smart, agli stalli rosa per le mamme, ai nuovi cestini e panchine. Tutto già visibile e realizzato».
Infine, Bennardi si sofferma sulle sfide per i prossimi mesi: «Prima fra tutte l’emergenza sanitaria, che è di competenza regionale ma i sindaci come autorità sanitaria locale hanno il potente strumento delle Conferenze per definire precisi indirizzi; ne ho convocate ben 8 in questi quattro anni e il 25 settembre ci sarà la nona Conferenza già convocata. Abbiamo portato avanti, come sindaci tante proposte e battaglie sulla riduzione delle liste d’attesa, sulla medicina territoriale, sul Piano regionale sanitario, ancora drammaticamente assente, sull’autismo e sui presidi ospedalieri nelle aree interne. Al momento siamo rimasti quasi inascoltati, ma continueremo a battere i pugni nelle sedi opportune. Abbiamo aderito alla convenzione di Faro e stiamo costituendo le Comunità patrimoniali che permetteranno di rendere finalmente fruibili luoghi bellissimi, rimasti per troppi anni chiusi, come Santa Maria de Armenis, Santa Barbara, il Castello Tramontano. Abbiamo fatto in modo che gli obiettivi prefissati nel 2020 potessero avere un avvio e una fine, alcune cose saranno realizzate, altre rimarranno da realizzare perché richiedono tempi più lunghi e in alcuni non dipendenti dalla volontà politica ma da procedure amministrative complesse e reperimento di risorse, ma la strada intrapresa è quella giusta e potrà essere percorsa agevolmente fino alla fine. Antonio De Caro che mi ha voluto suo vice presidente del Consiglio nazionale Anci (Associazione nazione dei Comuni italiani), una volta mi ha detto che con un solo mandato non riesci a concludere granché; obiettivi ambiziosi richiedono lunghi anni di lavoro e almeno due mandati per poterli portare a termine. Aveva ragione. -conclude il sindaco- L’importante è comunque lasciare la città migliore di come la si è trovata, con i conti in ordine, lavorare sempre con massimo impegno e onestà, perché quest’ultima come leggiamo sui giornali, purtroppo non è ancora una condizione scontata».