«La forma delle cose mi turba»: potrebbe essere questo il sottotitolo della mostra di Luigi Guerricchio Anni Settanta inaugurata Venerdì 8 luglio 2022, alle ore 19.00 a Matera, nella Galleria Ferrara [Via Rocco Scotellaro, 8].
La citazione, ripresa da Mariadelaide Cuozzo nel titolo del suo saggio pubblicato nel catalogo, edito da Torre di Nebbia, appartiene all’autore delle 41 opere [23 dipinti, 8 tecniche miste e 10 grafiche] esposte in galleria.
«Nato nel 1932, Guerricchio appartiene – è sempre la Cuozzo a scrivere – a quella generazione di artisti lucani che esordirono negli anni Cinquanta sotto la fondamentale influenza intellettuale di Carlo Levi, Rocco Scotellaro, Leonardo Sinisgalli, Ernesto de Martino e della cultura politica di segno meridionalista. La sua storia fu inizialmente caratterizzata da un nomadismo cosmopolita, da allontanamenti e ritorni, da viaggi, contatti e conoscenze fondamentali che gli consentirono di allargare i propri orizzonti culturali».
La mostra, promossa da Enzo Ferrara, con la collaborazione di Antonio Guerricchio (geloso, attento e amorevole custode dell’Archivio Guerricchio), è curata dalla professoressa Cuozzo (Docente di Storia dell’arte contemporanea dell’Università degli Studi della Basilicata) e da Michele Saponaro (Storico dell’arte del Ministero della Cultura a r.), che negli anni Ottanta ha conosciuto e frequentato – insieme ai “compagni” di Altamura – Luigi Guerricchio, fino al suo ultimo e fatidico giorno di vita: Matera, Caffè Hemingway, 25 giugno 1996, presentazione del Mercante della Mugia.
Ma tornando al tema della mostra – è sempre la Cuozzo a scrivere – «tra la fine degli anni Sessanta e gran parte degli anni Settanta, in un momento apicale della produzione figurativa di Guerricchio, ben rappresentato dalle opere inedite selezionate, si apre una fase di intenso sperimentalismo coniugato a una raggiunta padronanza dei mezzi espressivi. Tale straordinaria stagione creativa, intensamente emozionale, fu caratterizzata da un espressionismo violento che stravolgeva le coordinate spaziali e figurative, sospendendo la rappresentazione tra realismo e visionarietà. Sia nei dipinti che nei disegni e nelle incisioni, l’artista raffigurava i suoi luoghi e la sua gente; tuttavia nella sua interpretazione il noto e il quotidiano si rivelano essere tali solo in apparenza, mutandosi in apparizioni tutt’altro che rassicuranti che nascondono un lato inquietante e quasi alieno».
Hanno collaborato alla mostra e al catalogo: Pino Colonna [grafica], Antonello Di Gennaro [riprese fotografiche delle opere], Michele Cosola – Selecta [allineamenti cromatici e prove colore], Giuseppe Forte – Grafica & Stampa [stampa materiali della comunicazione e del catalogo], Antonio Nuzzi – Digital Print [stampa del banner e dei pannelli introduttivi].
Le straordinarie foto, in rigoroso bianconero, che ritraggono Luigi Guerricchio nel suo studio, sono di Giuseppe Maino: la sua prematura scomparsa, avvenuta qualche anno fa, ha lasciato un vuoto incolmabile nel campo della fotografia e non solo.
E’ possibile visitare la mostra fino al 13 agosto 2022, tutti i giorni dalle ore 9.00 alle 13.00 e dalle ore 16.00 alle 20.00: ingresso libero. Giornata di chiusura Lunedì.