Il Consiglio regionale della Basilicata, riunitosi nel pomeriggio di ieri, ha accettato le dimissioni di Francesco Cupparo da consigliere regionale (11 voti favorevoli quelli di Lega, Idea, Bardi Presidente, Iv, FdI, FI e Gm, 1 contrario quello di Piro). Al momento del voto non erano presenti perché hanno lasciato l’Aula i consiglieri Cifarelli del Pd, Pittella di Pl, Carlucci, Leggieri e Perrino del M5s, Zullino e Vizziello della Lega. Subito dopo l’Assemblea ha provveduto a votare la surroga di Cupparo con Bellettieri (10 voti favorevoli quelli di Lega, Idea, Bardi Presidente, Iv, FdI, Gm, 1 astenuto quello di Piro).
In apertura di seduta Francesco Piro ha ritirato le dimissioni da consigliere regionale presentate lo scorso 7 ottobre a seguito delle misure cautelari che lo hanno riguardato nell’ambito dell’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia del capoluogo lucano sulla sanità lucana.
Nel darne ufficialmente notizia oggi, durante i lavori del Consiglio regionale, Piro, esponente di Forza Italia, attualmente sottoposto all’obbligo di dimora a Lagonegro (Potenza), e autorizzato dal gip di Potenza, Antonello Amodeo, a partecipare ai lavori consiliari ha esordito dicendo che:
“Essere qui oggi a svolgere le mie funzioni di consigliere regionale mi provoca una grande emozione soprattutto dal punto di vista umano. La vicenda che dal 7 ottobre 2022 ha duramente colpito la mia persona ha caratteristiche veramente incredibili. In data 7 ottobre 2022 avendo ricevuto la notifica di misura cautelare coercitiva, per vicende che riguardavano sostanzialmente le elezioni comunali di Lagonegro del 2020, ho immediatamente comunicato al mio legale di volermi dimettere e non perché avessi fatto qualcosa di illegale, ma perché volevo difendermi da uomo lontano dalle istituzioni pubbliche. Pertanto, è mio convincimento non voler coinvolgere l’Ente che rappresento, grazie al voto di migliaia di cittadini lucani, nelle vicende giudiziarie. Fino ad oggi, 4 novembre 2022, però sono accaduti alcuni fatti rilevanti e di non poco conto: il giudice che mi ha tolto la libertà ha modificato nel giro di pochi giorni la sua decisione con diversi provvedimenti a me favorevoli autorizzandomi a partecipare ai lavori della odierna seduta consiliare. Voglio evidenziare che il giudice ha emesso il provvedimento restrittivo originario sulla base solo degli elementi dell’accusa raccolti in circa 3 anni di indagini ed ha modificato sostanzialmente la sua decisione dopo avere ascoltato la mia persona e la mia difesa.
Difesa che ringrazio anche per la vicinanza umana dimostrata e per le azioni giuridiche a tutela della mia persona che sta mettendo in campo verso alcune persone, ma di questo, presto, se ne parlerà in altre sedi. Il giudice ha dato atto che la ricostruzione difensiva dei fatti che mi sono stati ascritti ha consentito allo stesso di rimettermi dopo pochi giorni in libertà con l’obbligo residuale di dimora a Lagonegro. Il giudice avrebbe potuto applicarmi il divieto di recarmi a Potenza che ai sensi della legge Severino avrebbe comportato la mia sospensione ex lege da consigliere regionale, ma così non è stato. Un ulteriore elemento a mio parere determinate che mi porta ad aver ritirato le dimissioni consiste nel provvedimento del giudice con il quale lo stesso, in data 28 ottobre 2022 ha così stabilito: ‘… almeno fino all’esplicitazioni delle motivazioni del tribunale del riesame’ appare graduata la misura dell’obbligo di dimora nel comune di Lagonegro, lasciando ovviamente intendere che se le motivazioni del riesame, e di ciò ne sono certo, motiveranno circa l’inesistenza degli indizi a me contestati in concorso con altri, porterà il giudice ad eliminare anche l’obbligo di dimora. Dunque il ritiro delle dimissioni è un atto dovuto per rispetto dei cittadini che mi hanno votato.
Non posso non esprimere la mia più totale delusione verso coloro che da subito hanno preso le distanze da quanto stava succedendo proclamandosi innocenti senza nemmeno aver letto gli atti per poter esprimere un giudizio logico. Mi preme, poi, sottolineare anche la volontà di chiedere scusa al consigliere Pittella; infatti, ricordo un suo intervento a inizio mandato quando, nel ricordare il suo calvario giudiziario, disse: ‘E’ una ruota che gira’. Caro Marcello avevi ed hai ragione ed oggi prendo a prestito le tue parole dicendo forte in quest’Aula a tutti: ‘E’ una ruota che gira’. A tal proposito voglio ricordare a questa Assise, che il sottoscritto non ha mai fatto o indicato un nome nelle decine di nomine fatte da questo Governo regionale. Non voglio entrare nel merito delle valutazioni fatte per le nomine effettuate, anche quelle ultime, ma certamente la mia persona non ha indicato nessuno. Dico solo di aver accettato il tutto con massima correttezza e tranquillità perché non sono i nomi che mi interessano ma i risultati per il bene della Regione. In ultimo il mio rammarico è per Forza Italia di Basilicata, o almeno di quello che rimane, caduta in un silenzio tombale e pronta solo a farsi sentire per cercare di occupare velocemente le postazioni da consigliere e assessore rimaste vacanti nella Regione. Ringrazio di vero cuore invece il senatore di Forza Italia, Franco Silvestro, per il sostegno e la vicinanza dimostrata. Ringrazio infine tutti coloro, tanti, che mi sono stati vicini”.
Successivamente ha preso la parola l’altro esponente forzista, Francesco Cupparo, dimessosi anche lui dalla carica di consigliere e assessore regionale all’Agricoltura a seguito della medesima inchiesta. Cupparo, nel definirsi emozionato nel pronunciare l’intervento ha detto che: “quest’aula mi evoca profondi ricordi che resteranno sempre nella memoria. Dal primo giorno che sedevo nei banchi tra i consiglieri al primo giorno tra i banchi della Giunta. Ricordi di interventi per illustrare provvedimenti a favore delle nostre comunità, delle nostre imprese, della nostra gente. Ricordi anche di polemiche aspre con alcuni colleghi della opposizione ma, credo, sempre nel rispetto reciproco. Ed è proprio rispetto a questa Aula, che è l’Istituzione democratica più importante insieme alla Giunta della Regione Basilicata, che mi ha indotto ad esprimere qualche breve riflessione. La vicenda giudiziaria mi ha colpito profondamente prima di tutto come uomo e come padre di famiglia. Ha colpito la mia morale ed i miei valori etici improntati sulla solidarietà sociale che, da sempre, molto prima di questi pochi anni qui in Regione, da Sindaco di Francavilla Sul Sinni, ed ancora prima da imprenditore, ho sempre custodito gelosamente, con fierezza ed a testa alta. Sono pienamente rispettoso dell’operato dei magistrati e rinnovo la fiducia nel loro lavoro, auspicando tempi brevi nell’accertamento dei fatti che mi vengono contestati. Ma non ho più la serenità per svolgere il mandato politico ed istituzionale che i cittadini mi hanno affidato e che richiede, prima di tutto, tranquillità d’animo. Per tutto questo vi chiedo di accettare e ratificare le dimissioni. Primi tra tutti è ai cittadini che rivolgo il mio più sentito ringraziamento. Ci sarà il tempo per spiegare e raccontare tutto quanto è accaduto. Un ringraziamento caloroso, fraterno ed affettuoso va al Presidente Bardi, al quale mi lega un rapporto che va bene al di là di quello sancito in questi anni d’ideale e convinta collaborazione. Bardi per me è stato un fratello che già in varie fasi di ripensamento del mio impegno di assessore, mi ha aiutato a compiere le scelte più difficili. Un ringraziamento a tutti i colleghi e, in particolare, a quelli che hanno sopportato il mio temperamento ammetto non facile. Mi sia consentito, inoltre, un vivo ringraziamento ai dirigenti e ai dipendenti tutti dei dipartimenti attività produttive e politiche agricole che hanno contribuito con il proprio lavoro al raggiungimento di significativi risultati. Sono loro, come in genere il personale di tutti gli Uffici regionali, una risorsa importante per la regione. Ancora un riconoscimento alle forze sociali, sindacali, imprenditoriali ed associative che hanno manifestato un atteggiamento collaborativo. Solo qualche settimana fa ho avuto la possibilità di ospitare a Francavilla la presentazione del libro di Padre Enzo Fortunato ‘Buongiorno brava gente’. Mi piace concludere con le sue parole: ‘vedete, oggi, molte persone ci guardano e giudicano e invece Gesù guarda le persone per dire loro rallegrati, gioisci, io sono con te. Il Signore ci chiede di essere persone alleate dell’altro’. Le parole di Padre Fortunato, specie per chi come me si ispira, da sempre, ai valori francescani da trasferire nella propria vita, sono ancor più in questa tormentata fase della mia vita, un nuovo stimolo ed incoraggiamento ad adoperarsi per gli altri, in particolare a favore di quanti hanno più bisogno. Come scrive Padre Fortunato nel suo libro il Vangelo è la guida per aprire un cantiere dentro noi stessi, nella misura in cui lavoriamo su noi stessi, lavoriamo per il mondo che ci circonda. Ed è quello che continuerò a fare nella mia vita”.
Successivamente si è svolto un dibattito nel quale hanno preso la parola i consiglieri: Zullino della Lega, Cifarelli del Pd, Vizziello della Lega, Perrino del M5s, Pittella di Pl, Braia e Polese di Iv.
“A Piro e Cupparo va il mio augurio di dimostrare la propria estraneità ai fatti. Nessuno è più in grado di fare la morale a nessuno. Solo l’Aula è sovrana nel decidere se accettare o meno le dimissioni di un consigliere regionale”. Così il consigliere Zullino della Lega che ha precisato: “Le dimissioni sono state condizionate da una vicenda giudiziaria e, quindi, non sono state date con piena consapevolezza e sana lucidità. Dobbiamo tutelare l’istituzione e la Regione non si può sostituire al giudizio dei cittadini che dovranno giudicare l’azione del consigliere che hanno eletto. Non voterò pertanto favorevolmente le dimissioni di Cupparo e chiedo a tutti i consiglieri in aula di respingerle”.
Di seduta consiliare difficile ha parlato il Presidente Bardi. “Ognuno ha preso le proprie decisioni, e non sono prese all’ultimo momento, ci sono indagini in corso. Ringrazio Cupparo per tutto quello che ha fatto e che ha dato con la massima trasparenza ed impegno, così come è il suo carattere. Ringrazio Piro che è persona corretta e che ha fatto sempre il suo dovere. Sono convinto che avrà modo di chiarire nelle sedi opportune la estraneità ai fatti a lui contestati”.
“Esprimo solidarietà umana ai colleghi sia della Giunta che del Consiglio colpiti dal provvedimento giudiziario e massima fiducia nell’operato della magistratura – ha affermato il consigliere Cifarelli del Pd. Questo Consiglio regionale non può solo occuparsi di questa parte della vicenda, perché avevamo chiesto al presidente Bardi di integrare la relazione tenuta durante la scorsa seduta e ciò non è avvenuto. E’ ovvio che siamo in presenza di un problema politico, non c’è chiarezza sulla maggioranza e spesso c’è stato bisogno del ricorso al senso di responsabilità della minoranza per fare andare avanti i lavori del Consiglio. Bardi deve tirare una linea e capire se ci sono le condizioni per proseguire. Se ha una maggioranza vada avanti, se non la ha dovrebbe dimettersi e questo sarebbe un grande atto di coraggio politico”.
“Le dichiarazioni fatte da Cupparo con commozione – ha evidenziato il consigliere Vizziello della Lega – sono il portato finale di un carico emotivo che lo induce a rassegnare le dimissioni in non perfetta lucidità e per condizionamento. Credo che tutta l’Assise dovrebbe pensare prima di esprimere un voto così rilevante”.
“Il nostro gruppo – ha detto Perrino del M5s – non parteciperà alla votazione e riteniamo che vada risolto al più presto il nodo sul fatto se si è o meno maggioranza. Il nodo da sciogliere è politico. Entrare nel merito della questione specifica giudiziaria non è compito di chi siede in questa Aula. Va fatta chiarezza perché la Basilicata non merita di avere una classe dirigente che non è in grado di poter garantire il normale funzionamento del Consiglio regionale, ed è mortificante per chi siede in questa Assemblea e per gli stessi lucani”.
Rivolgendosi a Piro e Cupparo e rappresentando loro vicinanza affettuosa, il consigliere Pittella (Pl), che ha abbandonato l’Aula prima del voto, ha detto di ben comprendere lo stato di difficoltà del momento da loro vissuto. “Non siete stati soli – ha detto – e ben capisco sotto questo aspetto lo stato d’animo. Continuo ad essere uomo di cultura garantista e resto convinto che la magistratura deve fare il suo corso. La cosa peggiore di cui non dovete dolervi è una sentenza anticipata, quella che si consuma nei bar dello sport. Nel 2018 un professionista dell’area sud scrisse che era una bella giornata. Nessuno di noi oggi si è permesso di brindare. La politica si combatte con la politica non con le vicende giudiziarie che possono colpire tutti indistintamente. A prescindere dalla vicenda giudiziaria credo che c’è stata l’estrema politicizzazione della vicenda surroga. E’ evidente che la maggioranza è in difficoltà per cui o serve un sussulto di dignità con le dimissioni o rendere concreto lo slogan che abbiamo ascoltato in questi anni quando si è parlato di governo del cambiamento. La maggioranza deve prendere atto di quello che sta succedendo. Se Bardi legittimamente vuole andare avanti chiediamo come minoranza di accelerare le azioni”.
Il consigliere Braia di IV dopo aver espresso solidarietà totale ai colleghi Piro e Cupparo ha sottolineato l’importanza della coerenza, del rispetto, della responsabilità e della lealtà nell’agire umano e politico. La coerenza è quella qualità – ha spiegato – che ti permette di vivere come si pensa; il rispetto si palesa nel riguardo del ruolo, delle istituzioni, delle funzioni e delle volontà altrui; la responsabilità è quell’atteggiamento che si concretizza vivendo con coerenza ed il rispetto degli altri e, infine, la lealtà che consente di riuscire a spiegare agli altri i propri comportamenti. Ho sentito nelle parole di Cupparo verità e in quelle di Piro la volontà di voler continuare a svolgere il suo ruolo. Ecco perché ritengo che votare la surroga sia un atto tecnico e questa mia decisione non cambierà il giudizio che ho su questo governo di centro destra che reputo inadeguato con tante cose annunciate e non realizzate. Non voglio approfittare di un contesto determinato dalla giustizia e ricordo a tutti di aver protocollato una mozione di sfiducia al governo Bardi perché voglio sconfiggere questo governo con la politica”.
Polese di Iv, nel sottoscrivere interamente quanto affermato da Braia ha sottolineato che “la vicenda giudiziaria ha fatto male a tutti e merita quanto prima una chiusura. In questa Aula prima che rappresentanti di vari partiti, portatori di sensibilità politiche diverse, siamo legislatori e nel nostro caso di minoranza. Qualunque sia il nostro ruolo rappresentiamo la massima istituzione perché gli elettori ci hanno chiesto di fare i legislatori e non i giudici. Dobbiamo rispettare le regole. Siamo tutti garantisti e una vicenda giudiziaria non può cambiare il corso di una dinamica politica legislativa. Se la destra ha sbagliato usando la clava giudiziaria contro noi io non voglio sbagliare come loro. Dal momento che abbiamo comunicato di voler votare la surroga siamo stati oggetto di strumentalizzazioni ed accuse. Ricordiamo a tutti che si tratta di un atto tecnico ma invece è diventato tutto e il contrario di tutto forse anche per esigenze politiche elettorali. Ci sono regole da rispettare e la Costituzione da rispettare”.
Per dichiarazione di voto è intervenuto nuovamente il consigliere Zullino il quale ha detto a chiare lettere di non consentire a nessuno di strumentalizzare il suo intervento. “Non ho certo chiesto – ha detto – di non accettare le dimissioni di Cupparo ma solo di non farlo oggi perché ritengo che non siano state presentate con serenità d’animo. Zullino e Vizziello, lo ribadiamo ancora una volta, restano nella maggioranza. La posizione l’abbiamo detta e la rimarchiamo. Polese e Braia oggi sono usciti allo scoperto e hanno dato dimostrazione di voler fare da stampella alla maggioranza”.
Fonte – www.consiglio.basilicata.it