“Il filo immaginario” di Gommalacca Teatro porterà alla realizzazione a Potenza di tre residenze artistiche annuali nel triennio 2022-2024, grazie al sostegno del Fondo unico per lo spettacolo del Ministero della Cultura – Direzione Generale Spettacolo e il cofinanziamento della Regione Basilicata. Il titolo del progetto evoca la concezione delle residenze come opportunità di scambio, relazione, creatività, in cui i percorsi artistici si intrecciano con le storie dei territori e delle comunità che li abitano.
I tre progetti che saranno sviluppati entro fine 2022 dagli artisti in residenza con la partecipazione della comunità sono: “Grandetour / Maluplatz – Derive visive” di Elena Fedeli, una ricerca fotografica su quella porzione di territorio della città di Potenza che si dipana tra i luoghi U-Platz, spazio civico e teatrale e il Centro Sociale di Malvaccaro; lo studio sulla “Trilogia dell’odio” di Dino Lopardo, performance in tre monologhi e un atto risolutivo sull’odio e sulle possibili relazioni con la famiglia e il sociale; “Bandiere” di Andrea Nolè, un progetto di dialogo con lo spazio pubblico, la città e i luoghi della periferia attraverso l’utilizzo di differenti linguaggi visivi.
Grazie al protocollo d’intesa triennale siglato con il Comune di Potenza, Gommalacca Teatro potrà utilizzare il Centro Sociale di Malvaccaro come luogo principale per la realizzazione del progetto “Il filo immaginario”, oltre che per ulteriori attività di residenze artistiche, laboratori, spettacoli dal vivo, incontri e workshop dedicati a tutta la comunità, con particolare attenzione per l’infanzia e la gioventù.
Gommalacca Teatro è un’impresa di produzione di teatro di innovazione per l’infanzia e la gioventù riconosciuta dal Ministero della Cultura – Direzione Generale Spettacolo per il triennio 2022-2024. Tra gli obiettivi pedagogici, formativi e produttivi della compagnia c’è sempre stata la residenzialità di artisti, pedagoghi, drammaturghi, artisti visivi, con il fine di costruire intorno all’artista residente una comunità intergenerazionale di partecipanti, futuri spettatori, nuove generazioni di artisti e di favorire la nascita di collaborazioni sulla scala regionale, nazionale e internazionale.
Il progetto “Il filo immaginario” si rifà all’esperienza francese, laddove il concetto stesso di “residenza artistica”, nella sua moderna accezione, si è andato sviluppando: da residenza di compagnie per la creazione di un pubblico in aree culturalmente depresse, legata dunque ad un progetto di decentramento culturale, a residenza di creazione per lo sviluppo di un progetto performativo.