“Che cos’è il cammino, da un luogo ad un’atro, da qui a la, verso una meta, se non un allegoria della vita, un modo di raccontare e ricordare. Fare memoria” Questo uno dei passaggi della presentazione dell’iniziativa delle associazioni ebolitane ‘ASD Delta Atletica Ebolitana Valle del Sele’, l’Associazione ‘Rocco Scotellaro – Ribellarsi Si può’, la ‘Fondazione Luigi Gaeta – Centro Studi Carlo Levi’ e il ‘Museo della Bufala e della Mozzarella’, che, con un percorso a tappe fra Eboli e Tricarico, in nove giorni, stanno attraversando diversi comuni di Campania e Basilicata, facendo memoria della figura di Rocco Scotellaro.
Lo scorso finesettimana a Potenza sono stati ospiti dell’Amministrazione comunale. Sono stati accolti nella Sala degli Specchi del teatro Stabile dall’assessore alla Cultura e al Turismo, Stefania D’Ottavio che ha spiegato come “per il Comune di Potenza sia un onore essere stato inserito in questo circuito culturale così prestigioso”. La manifestazione è stata occasione per una serata di riflessione con gli interventi di Leonardo Pisani sullo Scotellaro politico, sul suo impegno socialista, legato al riscatto e all’emancipazione della Basilicata contadina, ma anche sui suoi rapporti con Carlo Levi, Manlio Rossi Doria e altri intellettuali dell’epoca. Poi lo Scotellaro poeta, descritto mirabilmente da Maria Rosaria Macchia, con competenza e leggerezza romantica. La poesia di Scotellaro come tumulto, passionalità ed estetica, fra luoghi del cuore e liriche immaginifiche. Una poesia fresca, intensa, alla fine, irrinunciabile.
Le conclusioni sono state affidate a Oreste Lopomo che ha ripercorso quel periodo storico del Novecento sviluppando una critica sugli aspetti positivi e negativi del levismo, riconoscendo a Scotellaro un ruolo formidabile nella poesia e nella vita civile italiana di quegli anni. Lopomo ha ricordato il rapporto di Scotellaro con Sinisgalli e sopratutto con Mario Trufelli. Gianfranco Blasi, che ha condotto la serata, ha proposto proprio il tema del “camminare, del calpestare la terra e del muoversi di Rocco Scotellaro. Un essere e andare che ha segnato la coscienza civile e romantica di un ragazzo del Sud, morto troppo presto, che è dovuto passare attraverso una barbarie giustizialista che, senza garanzie, lo ha portato persino in carcere lontano dai suoi contadini, dai suoi amori e dalle sue immortali poesie. Ma l’essere e l’andare di Scotellaro lo ha reso spiritualmente – ha chiosato Blasi – immortale e lo ha condotto fin dentro il nuovo secolo e le nuove generazioni come Italo Calvino aveva previsto”.