Metaponto. Bivio della basentana con la ss 106 jonica. Un camion è di traverso e blocca tutta la corsia nord, quella che porta a Potenza. Si procede a senso alternato. Un centinaio di automobilisti attendono pazientemente il loro turno, solidarizzando con quelli del blocco stradale, mentre altri distribuiscono i volantini con le ragioni della protesta.“Devi avere pazienza una decina di minuti e poi passi anche tu”, ci assicura un giovane alto e robusto del servizio d’ordine col giubbotto giallo evidenziatore, quello per le emergenze stradali. In effetti è così. Basta aspettare il tempo necessario “perchè noi siamo qui per tutti i cittadini italiani. Quindi anche per te”, ci grida un altro con fare deciso, mentre si mette davanti alla macchina.
“Potremmo parlare con il vostro capo?”, gli chiediamo con tono gentile. “Ma qui siamo tutti capi e nessuno è coda”, risponde un altro ragazzo abbastanza giovane. Poi finalmente ci raggiunge Walter Iannucci, agricoltore di Bernalda e dopo una stretta di mano tiene a precisare “che le persone che sono di servizio a questo presidio sono tutte volontarie e che non appartengono a nessun particolare schieramento politico o formazione socio-sindacale. Sono qui soltanto per denunciare la grave crisi economica che attanaglia il nostro Paese: dall’agricoltura al turismo, all’artigianato, alle arti ed alle professioni, ai mestieri. Tutto è fermo. Anche i giovani che abbiamo mandato a studiare al nord hanno arricchito quei territori con le rimesse economiche dei genitori e poi hanno catturato il giovane laureato, che vi è rimasto per cercare più facilmente lavoro. E così abbiamo perso due volte”.
E’ calmo ma fortemente arrabbiato Iannucci quando parla “del bravo e buon popolo lucano. Quasi un popolo di lucertoloni al sole, che adesso, però, ha detto basta a tutto questa morte sociale, morale e civile, perché l’economia si è fermata del tutto e tutti siamo accomunati dallo stesso problema: la fame che è comune alla maggior parte degli italiani”.
“Noi non possiamo più rimanere fermi, aggiunge con forza. Adesso siamo all’incazzatura del popolo che non si mai incazzato. Hai visto i politici?. Anche in questa protesta pacifica sono del tutto assenti. Sono evanescenti. In tutti questi giorni che siamo sulle strade non se n’è visto uno, ad eccezione del sindaco di Montalbano Jonico, Vincenzo De Vincenzis, che ha avuto la sensibilità di venirci a portare la sua solidarietà ed ha voluto ascoltare dalla nostra viva voce le ragioni della protesta”.
“A chi dice che vi siete dati un coordinamento nazionale da nord a sud e che in mezzo a voi si sono infiltrati anche gruppi di fascisti per sobillare la piazza ed elementi appartenenti alla criminalità per lucrare eventuali vantaggi futuri al grido di tanto peggio, tanto meglio, cosa rispondete?”.
“In questo presidio non ci sono né delinquenti, né fascisti. Altrove non sappiamo. Non esiste nessun coordinamento. Qui ci sono cittadini comuni: donne, ragazzi, anziani, pensionati, lavoratori, agricoltori, casalinghe. Quanto al coordinamento, basta seguire le vicende nazionali per organizzarsi e fare fronte unico contro le ingiustizie, il malaffare e la corruzione di quei politici, che hanno le mani sporche e che dovrebbero vergognarsi. Invece niente. Dovremmo vergognarci noi, che siamo le loro vittime?”.
“In mezzo a noi, aggiunge Sergio Gallotta, di professione agricoltore, ci sono tante partite IVA che stanno cessando la loro attività. Qui c’è il succo del popolo, quello onesto, quello che lavora, che è offeso dalle angherie di questi politici schierati con i poteri forti, con le banche, con i massoni. Non certo con noi”.
“Qui c’è la gente che non ha più da mangiare, precisa Iannucci prima di congedarsi. Ora il popolo è pacifico. Poi sarà peggio!”.
Pino Gallo