Lascia perplessi e ci riempie di cattivi pensieri, la decisione assunta dal Consiglio dei Ministri nella seduta del 4 gennaio u.s. Con decisioni importanti da assumere come la diffusione del Covid e se aprire o no le scuole , ha trovato il tempo, e soprattutto l’animo, di varare un provvedimento “esplosivo” come quello di individuare i 67 siti candidati ad accogliere il deposito nazionale dei rifiuti radioattivi.
E che sia un argomento esplosivo è certificato dalle dure posizioni assunte, poche ore dopo l’annuncio, non solo dalle varie istituzioni territoriali delle Regioni interessate ma anche da Associazioni e comuni cittadini di quei territori.
La Regione Basilicata, poi, sull’argomento è particolarmente “sensibile” visto quello che ha vissuto non più tardi di 17 anni fa quando, la stessa Sogin, d’ufficio aveva deciso che il sito unico nazionale del deposito dei rifiuti radioattivi doveva essere collocato nei pressi di Scanzano Jonico. Credo che la risposta delle genti di Basilicata sia ormai negli annali della storia delle ribellioni popolari per cui non avremmo alcun problema a manifestare la nostra contrarietà alle ripetute vessazioni che subisce questa nostra Regione. Ma oggi siamo in una situazione sanitaria che di fatto impedisce qualunque azione dimostrativa. Allora l’interrogativo sorge spontaneo ed i cattivi pensieri di conseguenza.
Ci si chiede poi, quali diversi e più approfonditi studi abbiano portato alla scelta del sito da una località praticamente marina (quella di 17 anni fa a Scanzano Jonico) a siti, ritenuti i più idonei, nelle aree Murgiche ( Matera, Gravina in Puglia, Altamura, Laterza).
Matera? Ma questo Governo, come anche il precedente con lo stesso Presidente del Consiglio, non è quello che ha sostenuto e celebrato Matera Capitale Europea della Cultura? Matera non è forse la Città che il Presidente della Repubblica ha ringraziato nel discorso di fine anno 2019 per il prestigio che ha portato all’intera Nazione?
Ed ora si sfregia quel titolo non soltanto individuando siti praticamente a ridosso della stessa città ma si individua il suo stesso territorio come sito idoneo (addirittura più idoneo). Sembrerebbe un contrappasso della storia da “vergogna nazionale” a “Capitale Europea della Cultura” per chiudere a “Capitale Nazionale dei rifiuti radioattivi”.
Bene, con questi presupposti crediamo che si venderà cara la pelle. Il circolo La Scaletta e la Fondazione Zetema saranno in prima fila a difendere il ruolo che si è conquistato Matera e che sta svolgendo, come esempio di riscatto, per l’intero Mezzogiorno ma anche per difendere l’intera Regione che convive da anni con situazioni critiche e, alcune, mai completamente risolte in termini di sicurezza ambientale. Si parla del centro Trisaia di Rotondella e delle estrazioni petrolifere e gas. Riteniamo pertanto che non sia assolutamente accettabile una ulteriore violenza ambientale nei confronti del popolo lucano.
Facciamo appello alle istituzioni perché mantengano alta l’attenzione e nel caso siano loro protagoniste di una nuova Scanzano 2021. Noi faremo la nostra parte.
CIRCOLO LA SCALETTA
FONDAZIONE ZETEMA