“Sull’aumento delle tariffe dell’acqua, i cittadini devono essere informati che non è stata una scelta volontaria ma obbligata, condizionata da una situazione drammatica ereditata dal passato. E soprattutto non è una scelta definitiva. Tutte le azioni che abbiamo messo in campo porteranno ad un prossimo abbassamento delle tariffe.
Spiace dover essere ripetitivo. Spiace dover parlare, ancora, di una passata gestione che stiamo cercando di superare e di dimenticare. Essere però attaccati da quelle stesse persone che, con le loro azioni o peggio ancora omissioni, sono state determinanti nel causare quella situazione, mi costringe a dover riprendere le fila del discorso per spiegare ai cittadini lucani le amare scelte che siamo costretti a fare per tenere in piedi la Basilicata.
Non dobbiamo girare intorno al problema: la Regione e tutti i suoi Enti strumentali sono un unico sistema, un corpo che deve essere guardato nel suo insieme non solo sotto il profilo delle funzioni ma anche sotto quello finanziario. Accanto a questa premessa ne dobbiamo fare un’altra, anch’essa fondamentale: l’abitudine del centrosinistra di spendere soldi che non aveva e di risolvere i problemi strutturali di questo sistema facendo debiti, è divenuta con gli anni insostenibile. Per essere banali, per anni, la ‘famiglia Regione’ guadagnava 1.000,00 euro e ne spendeva 2.500,00. Dopo 20 anni, cosa resta? Lo sfacelo; sfacelo per recuperare il quale tutti dobbiamo fare sacrifici.
E nonostante questo sfacelo ereditato, il Governo Bardi ha riconfermato il contributo di 20 milioni di euro ad Acquedotto lucano comprensivo di quello per l’erogazione del bonus acqua alle famiglie in disagio economico. Lo ha riconfermato mettendo in campo anche delle richieste di attività di risanamento e tagli di spesa.
Con Delibera di Giunta regionale (la n. 929/2019), infatti, la Regione, prima di chiedere sacrifici ai cittadini, ha posto all’Ente una serie di obbiettivi di efficientamento, tra i quali la riduzione dei costi del personale e dei costi dell’energia, attività di implementazione tecnologica dei contatori elettronici e relativo efficientamento di fatturazione, di contrasto alla dispersione della materia idrica e relativo efficientamento, di recupero crediti esigibili come tali qualificati nel bilancio 2019.
Nell’anno 2020, le attività richieste dal Governo regionale ad Acquedotto Lucano hanno portato nelle casse dell’Ente circa 10 milioni tra tagli di spese e incassi aggiuntivi. Si tratta ovviamente di azioni a lungo termine che hanno solo iniziato a dare frutti. Milioni di euro non si recuperano in una manciata di mesi.
L’aumento delle tariffe, quindi, non è stata la prima scelta di questo Governo regionale ma l’ultima spiaggia per risanare un ente il cui fallimento avrebbe gravato ancora di più sulle spalle dei cittadini.
La situazione di criticità di Acquedotto Lucano risale almeno agli anni 2014 – 2015. La tariffa determinata per gli anni 2016-2019, calcolata sulla base dei costi del 2014, ad un’analisi scrupolosa è risultata sottostimata di oltre 6 milioni di euro poiché non erano stati presi in considerazione tutti i costi di gestione effettivamente sostenuti da Acquedotto Lucano e che costituiscono elementi per la determinazione della tariffa stessa. Non appena accertata tale incongruenza, il gestore si è attivato per la rideterminazione, informando ampiamente l’assemblea dei soci.
Chi ha governato prima non poteva non sapere. E non potevano non sapere i Comuni soci.
Per questo ci dispiace assistere a certi teatrini da parte di personaggi che dovrebbero quantomeno dimostrare la saggezza del silenzio in certe situazioni. Come pur dispiace l’atteggiamento di alcuni Sindaci, durante l’Assemblea dei soci di EGRIB, che per strumentalizzazioni politiche, come è stato pure ammesso, o per piccoli campanilismi, pensano che il ricorso a ‘mamma Regione’ possa essere ancora invocato senza ripercussioni. È un metodo egoista e sbagliato. Quello stesso metodo che oggi ci ha portato a dover metter in campo politiche restrittive che coinvolgono tutti. Politiche che partono dalla razionalizzazione degli Enti, dai tagli di spesa e che solo come ultima istanza, quando inevitabile, ricadono sui cittadini.
Sono scelte sofferte che in passato nessuno ha mai avuto il senso di responsabilità di prendere, preferendo sperperare e mettere la testa sotto la sabbia. Sono scelte del buon amministratore che finora non c’è mai stato in Basilicata. Sono scelte, però, che coraggiosamente stiamo prendendo per avere in futuro bilanci sani e enti che funzionano. È una strada in salita perché i risultati non sono immediati ma saranno duraturi. Consegneremo una Basilicata sana”.