“Il lavoro sommerso e il caporalato sono un problema oltre che per lo Stato e per i lavoratori dipendenti, anche per le imprese in regola che adempiono puntualmente agli obblighi burocratici ed economici connessi ai rapporti di lavoro”.
L’ha detto Pino Giordano Ugl Matera con riferimento all’esito dei controlli nel quadro delle azioni ispettive, svolte nell’attività di vigilanza organizzata secondo il modello multi-agenziale che ha visto all’opera, sotto il coordinamento dell’Ispettorato locale, funzionari della ITL Potenza-Matera; ispettori delle ITL limitrofe; funzionari INPS; personale dell’ASM di Matera e i Carabinieri del Nucleo Tutela del Lavoro dell’Ispettorato del Lavoro di Potenza-Matera e con il fondamentale apporto dei mediatori culturali dell’OIM.
Per il sindacalista, “va subito affermato che gli organi di controllo proseguiranno nelle prossime settimane la propria attività nella verifica a tutela delle condizioni di lavoro in agricoltura nell’ambito del progetto Su.Pr.Eme spostandosi nel territorio potentino. Nel territorio materano – aggiunge il sindacalista Ugl -, in special modo nella fascia ionica/metapontina proposte e progetti continui andrebbero propagandati per trovare una soluzione. Il caporalato è un problema nel problema, fenomeno da combattere all’origine, colpendo le aziende che violano le norme sul lavoro come avvenuto in questo caso specifico. Creare una ‘Rete del lavoro di qualità’, un osservatorio specialmente nei settori agricoli e manifatturieri, sarebbe importante.
L’Ugl Matera ha sempre prestato attenzione al deprecabile fenomeno del lavoro sommerso. In materia di vigilanza, la nostra o.s. non si sottrae all’introduzione di nuove sanzioni, oltre a quelle, numerose, che già esistono: sono state ispezionate 185 aziende, controllati 1209 lavoratori (di cui 537 italiani, 288 comunitari prevalentemente di nazionalità rumena e 384 lavoratori extracomunitari). Di questi lavoratori, 63 sono risultati in nero, di cui 21 italiani, 38 extracomunitari e 4 comunitari. Per l’Ugl sarebbe auspicabile che la politica in materia del lavoro introducesse elementi di premialità per le aziende più virtuose. Ogni lavoro deve essere dignitoso. Allora – conclude Giordano – per l’Ugl è sacrosanto rafforzare il profilo sanzionatorio, chiediamo che le attività di controllo si concentrino sulle aziende che inquinano il mercato, mentre per le aziende sane bisognerebbe garantire tutti gli eventuali supporti previsti dalle norme in tema di servizi e trasporto. Nel nostro territorio abbiamo frutta pregiata che spinge a far conoscere la regione ad alti livelli con aziende sane certificate ‘made in Basilicata’: tutto è sinonimo di qualità perché ci sono filiere produttive capaci di valorizzare tradizioni, competenze e capacità di cui sono portatori anche i lavoratori.
La lotta all’illegalità in Basilicata, regione sulla quale siamo intervenuti ripetutamente, si fa con i fatti come ben ora avvenuto. Vogliamo però precisare che serve fare di più: l’assenza di controlli, di mezzi idonei, di strumenti, più il mancato controllo del territorio per insufficienza cronica d’organico delle forze dell’ordine, pur essendo encomiabile il loro impegno, sacrificio, a cui abbiamo sempre posto la nostra grande affezione e gratitudine, costituiscono degli elementi ostativi al mantenimento della legalità nel mondo del lavoro agricolo in genere, ed in particolare per la tutela dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori agricoli impegnati nei campi in special modo nel metapontino.
Valorizziamo il lavoro nel nostro comparto agricolo di eccellenza colpito da questa piaga. Il caporalato è una vecchia conoscenza delle campagne del Sud e non solo. Combattiamo tale vergognoso fenomeno – conclude Giordano – riconoscendo i diritti del lavoratore, non schiavo, ma ridando dignità”.