Si respira un’aria pesante nella piazzetta di Serramarina. È da poco intervenuto il 118, perché Patrizia Bitetti ed Adele Costella stanno male. I medici hanno riscontrato ipoglicemia ed ipotensione in condizioni di collasso generale. Patrizia, che aveva letto ieri il comunicato a nome di tutti nell’assemblea di Serramarina, è quella che sembra più provata. In sette giorni ha perso quasi 5 chili ed è, al pari degli altri, fortemente debilitata.
Insieme a loro continuano a non mangiare, Ernesto Carrera di Marina di Ginosa e Domenico Prencipe, Maria Urla e Agostino Dichio di Metaponto, ormai all’VIII giorno di sciopero della fame, per protestare contro il decreto mille proroghe relativo alle calamità naturali.Una vera e propria tassa sulle disgrazie, che consente alle Regioni di accedere al Fondo nazionale di Protezione Civile, solo dopo aver deliberato aumenti dei tributi regionali e delle accise sui carburanti fino al limite massimo consentito, facendo, così, venir meno gli obblighi di solidarietà nazionale sanciti dall’art. 2 della Costituzione.Ad aprire i lavori Patrizia Bitetti, che, ieri, con una voce flebile, ha letto la petizione inviata al Presidente Giorgio Napolitano, con cui chiede di valutare la possibilità di richiamare l’attenzione del Parlamento sulla necessità di intervenire con una modifica delle norme assunte con il decreto milleproroghe del 2011, che cambiano le modalità degli interventi in caso di dichiarazioni di stato d’emergenza, per cui quando accadranno frane, alluvioni, terremoti i cittadini rimarranno senza risposte”.
Davanti agli scioperanti della fame sindaci, assessori e consiglieri comunali e provinciali di quasi tutti i comuni colpiti dall’alluvione del 1° marzo scorso: quelli del tarantino e del materano (Bernalda, Ginosa, Castellaneta, Pisticci, Montescaglioso, Scanzano J., Montalbano J., Rotondella, Nova Siri, Valsinni, Tursi, Grassano, Craco), la Provincia di Taranto con l’Assessore Teresita Galeotta, quella di Matera con il Presidente Stella, le organizzazioni professionali degli agricoltori (Coldiretti, CIA, Confagricoltura, COPAGRI, Altragricoltura), numerose associazioni e tanti cittadini.Tutti hanno convenuto su un punto: non c’è più alcun motivo perché non siano date le risposte e, dunque, o verranno in tempi rapidissimi e certi o la Basilicata e la Puglia dovranno scendere in campo con la più ampia ed efficace risposta possibile. Un incontro che si terrà lunedì prossimo stabilirà tempi, luoghi e modalità di un’altra manifestazione unitaria.
Pino Gallo