Sabato 11 dicembre 2021, alle ore 10.00, presso l’Archivio di Stato di Matera si terrà l’inaugurazione del Presepe paesaggio di Graziano Pompili, un evento reso possibile grazie alla collaborazione con il Museo Internazionale del Presepio “Vanni Scheiwiller” di Castronuovo di Sant’Andrea che quest’anno, oltre Matera, coinvolgerà anche Roma, con l’esposizione del Presepe preghiera di Raffaele Pentasuglia nella Basilica di Santa Maria degli Angeli, del Presepe blu notte di Guido Strazza e del Presepe foresta di Roberto Almagno nella Fondazione Carispezia di La Spezia, del Candido presepe di Salvatore Sava nell’Abbazia di Santa Maria di Cerrate (Lecce), del Presepe geometrico di Lucio Del Pezzo e del Presepe dono di Giuseppe Pirozzi nel Museo del Novecento a Castel Sant’Elmo di Napoli.
Il consueto appuntamento con i Presepi d’artista, che dal 1995 si muove in tutta Italia e vede l’esposizione, in antichi e suggestivi spazi, di alcuni dei trentuno presepi realizzati da artisti contemporanei, si ripete ogni anno con l’obiettivo di offrire la possibilità, a quanti ne abbiano voglia, di cogliere il significato mistico della Natività attraverso la scoperta delle nuove forme di arte sacra e quello di unire gli istituti culturali, sia nazionali che regionali, attraverso l’arte e la cultura. Quest’anno, all’ormai consolidato appuntamento, aderisce anche il prestigioso istituto materano, a riprova che l’arte è in grado di connettere Enti che si occupano di cultura su diversi livelli territoriali senza mai sacrificarne la qualità ma, al contrario, arricchendo le proposte dell’altro a favore dei propri visitatori.
Il Presepe paesaggio di Graziano Pompili, del 2018, è in terracotta, e occupa, come tutti gli altri presepi d’artista, uno spazio circolare di tre metri di diametro. Distende un paesaggio di sole case, chiuse, senza finestre, e in primo piano la capanna con Gesù Bambino e la Madonna distesi, San Giuseppe, il bue e l’asino. Il colore della terra uniforma tutto, piccoli villaggi e case solitarie disperse nel grande cerchio-mondo segnato ogni tanto da solchi profondi che indirizzano il cammino lì, in primo piano, dove brilla l’oro della Capanna verso la quale tutti guardano e sono diretti, anche se non ci sono figure e nemmeno una cometa. La cometa è la Capanna: in quella mangiatoia luminosa e preziosa si concentra il suo rapporto con l’uomo, il valore della famiglia, la visione mitica e antropocentrica dell’abitare/creare/costruire mediata da Martin Heidegger.