Metaponto. Continua la protesta del Comitato Terre joniche, che rappresenta i cittadini e gli imprenditori agricoli e turistici metapontini e ginosini, le cui abitazioni ed aziende furono sommerse da oltre 2 metri di acqua, esondata lo scorso 1° marzo dai fiumi Bradano e Basento.
Così stamattina, intono alle ore 10, dopo essersi concentrati alle Tavole Palatine, diverse decine di trattori ed altri automezzi di lavoro si dirigeranno sulla statale jonica, per occupare la corsia in direzione sud, ovvero quella che da Taranto va a Reggio Calabria. I responsabili del Comitato ci tengono a sottolineare che occuperanno una sola carreggiata, in modo da lasciare comunque libera la circolazione, per provocare un certo disagio al traffico, ma con rispetto dei cittadini e del territorio. Ed anche se non avranno risposte si dicono pronti, nei prossimi giorni a “far salire il livello ed i modi della mobilitazione”.
Fra gli automezzi anche alcuni camioncini con un carico particolare: quello dei mobili, dei letti e delle suppellettili alluvionate, che costituivano l’arredamento delle abitazioni di Ginosa Marina e delle aziende agricole del metapontino e del ginosino.
“Il Presidio – dice Gianni Fabbris, coordinatore del comitato – si è attrezzato per rimanere attivo nei prossimi giorni con l’obiettivo di attendere risposte certe alle richieste di ristoro dei danni subiti”.
Gli organizzatori della marcia pacifica di protesta alla Martin Luther King, si rifanno alle dichiarazioni del prefetto Gabrielli pronunciate nei giorni scorsi nell’audizione presso la Commissione agricoltura del Senato, quando dopo aver spiegato che l’ordinanza chiesta per il metapontino e per il ginosino è pronta ma chiusa nei cassetti del Ministero dell’Economia, l’alto funzionario dello Stato aggiunge “che ci sono cittadini di questo paese che a 5 mesi non hanno ancora avuto risposte che pure sono state date in maniera sollecita per altri territori e soprattutto per le altre aree del Paese che dovessero essere colpite da calamità da ora in avanti”.
“E’ tutta in queste parole il senso del nostro essere in strada nei prossimi giorni – sottolinea Fabbris. Nessuno ha più alibi e noi non ci rassegniamo ad aspettare che una calamità ambientale colpisca nei prossimi mesi il Veneto o la Lombardia, per vedere possibile quello che non è stato in questi 5 mesi per i cittadini di Puglia, Basilicata, Marche ed Abruzzo”.
Questa manifestazione segue quella dei 3 cittadini di Metaponto e 3 di Ginosa marina, che hanno attuato lo sciopero della fame per 8 giorni, quando fu interrotto su consiglio dei medici, perché avrebbe potuto provocare conseguenze ben più gravi su alcuni organi vitali.
Pino Gallo