Se andando in macchina vi capita di avvertire un colpo alla fiancata della vostra auto e siete sicuri di non aver urtato nessuna automobile, può darsi che si tratti di un tentativo per estorcervi dei soldi da parte di qualche furfante, che poi vi inseguirà, vi costringerà a fermarvi e vi accuserà di aver danneggiato la sua automobile con richiesta immediata di risarcimento in moneta contante. Ovviamente il consiglio di chi ne è stato vittima è quello di non fermarvi e di telefonare subito alle forze dell’ordine.
Diversi gli episodi segnalati da parte di inconsapevoli automobilisti inseguiti o costretti a parcheggiare sul bordo strada, mentre percorrevano la strada che da Tinchi di Pisticci porta a Marconia, o la ex SS 175 nel tratto Serramarina – Metaponto. “La tecnica è semplice – dice Mario (nome di fantasia). Intorno alle 10 di mattina percorrevo con la mia automobile la strada che da Tinchi porta a Marconia, quando ad un tratto ho sentito un colpo alla fiancata sinistra dell’automobile, come se fosse stata colpita da un colpo di lancia con una punta di gomma, o da un proiettile di materiale plastico. Ho pensato che potevo aver urtato lo specchietto retrovisivo di qualche automobile parcheggiata in prossimità del supermercato, ma guardando la mia traiettoria di marcia escludevo subito questa ipotesi. Mi accorgevo però di essere inseguito da un’automobile, il cui guidatore mi faceva numerosi segni di fermarmi sia lampeggiando i fari sia agitando le mani”.
“Naturalmente – prosegue l’ignaro automobilista – non ho avuto esitazione a proseguire regolarmente la marcia, accellerando per vedere se in qualche modo riuscivo a farlo desistere dall’inseguimento. Ma questi incalzava sull’accelleratore e quando ho dovuto rallentare per girare a sinistra in direzione di Marconia gli è stato facile sorpassarmi e tagliarmi pericolosamente la strada nel tentativo di constringermi a fermarmi. Io però ho solo fatto finta di parcheggiare dietro la sua automobile, ma poi ho accellerato di colpo, proseguendo verso il centro abitato ed entrando nel recinto del mio condominio, perché in quel momento era abbastanza affollato di persone”.
“A quel punto scendevo dalla macchina per affrontarlo alla presenza di altre persone e per sentire le ragioni che lo avevano spinto ad inseguirmi fino a quel punto. Ma costui arrestava la sua automobile all’esterno del cancello e rimanendo in macchina, per non avere testimoni mi invitava ad andare verso la sua automobile e solo quando si è reso conto che non lo curavo minimamente, con un brusco colpo di accelleratore, visibilmente contrariato, si è allontanato, dileguandosi velocemente”.
Fin qui il racconto di Mario, che però si incrocia e combacia perfettamente con quello di altri cittadini, che come lui sono riusciti a sfuggire all’inseguimento di questi malintenzionati, oppure si sono fermati e temendo il peggio, per chiudere sul nascere qualsiasi discussione, hanno dovuto pagare una somma di denaro.
Pino Gallo