“Innamorarsi migrando” è il tema scelto quest’anno per l’iniziativa organizzata dall’Auser di Grassano guidata da Giuseppe Vignola nell’ambito delle attività dell’università popolare dell’età libera.
Storie di emigrazione raccontate con dignità ed emozione dai diretti protagonisti intervistati dalla prof.ssa Caterina Delorenzo per testimoniare l’abbandono della propria terra ma anche le esperienze e l’arricchimento di se stessi. Ospiti della giornata sono stati l’associazione “Mondi Lucani” rappresentata dalla presidente prof.ssa Maria Raffaella Magistro e la Redazione di Suditaliavideo che è impegnata in un progetto di Banca della Memoria. Tante le storie come quella della signora Michelina emigrata in Germania per 28 anni, che ha raccontato della difficoltà di comunicare, della solitudine, delle diffidenze verso gli italiani, ma anche di quel ritorno al paese che dopo tanti anni ha rappresentato una seconda emigrazione con tutte le problematiche di reinserimento nella propria terra d’origine.
Il signor Francesco oggi 72enne ha ricordato la partenza per la Germania a soli 19 anni affrontando un lungo viaggio lavorando come tornitore,
Il suo ritorno poi, in tutta fretta al paese per assolvere al servizio militare e la ripartenza per Torino dove scoprirà ben presto la diffidenza dei piemontesi nei confronti dei meridionali nascondendo due fratellini per poter ottenere una piccola casa in soffitta con bagno turco. Un’esperienza tuttavia definita in modo positivo per l’aver avuto l’opportunità di vivere il periodo del ’68 e aver incontrato la propria innamorata.
La storia d’amore di Nunzio e Daniel ha conquistato davvero tutti . Due eterni giovani innamorati che si sono incontrati grazie all’emigrazione di Nunzio che nel 1956 partì per la Francia con un permesso da turista lavorando poi come saldatore. L’incontro con Daniel bellissima francesina e le resistenze del padre che chiede informazioni al sindaco di Grassano ottenendo rassicurazioni sul giovane Nunzio attraverso una lettera. Il matrimonio e il ritorno a Grassano con le difficoltà di adattamento di Daniel alla nuova cultura, al cibo e al nuovo ambiente. Tante storie e un confronto continuo di esperienze che hanno segnato e continuano a segnare destini
e famiglie, ma che vanno raccontate per non dimenticare e per meglio comprendere chi oggi è costretto a emigrare e chiede ospitalità e rifugio.
Maria Andriulli